Cronaca locale

Costretta a non uscire, si cala dal balcone: 15enne cade nel vuoto

Dopo una lite con la madre le era stato vietato di lasciare la sua stanza: è viva per miracolo

Costretta a non uscire, si cala dal balcone: 15enne cade nel vuoto

Paola Fucilieri

C'è da augurarsi che non diventi una moda o che addirittura non appaia così romantico e avventuroso da far pensare a più di qualche «testa matta»: perché non provarci? Parliamo di fuggire, scappare dalla finestra non appena le cose in famiglia si mettono male. Ad esempio quando i genitori costringono i loro ragazzi, per qualche ragione, a restare confinati in camera «in punizione», o comunque a non uscire. Meglio evitare, insomma. Senza ricorrere a chissà quale contorta fantasia, potrebbe finire infatti come per la 15enne peruviana soccorsa lunedì pomeriggio da un'ambulanza e trasportata all'ospedale Niguarda in gravi condizioni dopo essere caduta dal secondo piano di uno stabile in via Lodovico il Moro, al Ticinese.

Racconta la polizia che la ragazzina aveva discusso con la madre e dopo la lite le era stato ordinato di restare in camera e di non uscire. I realtà da successivi accertamenti non sarebbero emersi problemi particolari tra la famiglia e la ragazza, ma capita a chiunque di farsi prendere dallo sconforto e di reagire poi con la ribellione. L'adolescente ha finto infatti di obbedire a quanto imposto dalla genitrice e se n'è andata nella sua stanza. Una volta sola però ha aperto la finestra del balcone e ha cercato di arrampicarsi per scappare di casa. Purtroppo ha perso subito la presa precipitando da un'altezza di circa sette metri per stramazzare infine sull'asfalto.

Erano le 15. I passanti hanno chiamato subito il 112 e sul posto sono intervenuti il 118 e la polizia. Una volta in ospedale i medici hanno diagnosticato alla ragazzina fratture a entrambe le gambe, ma hanno escluso lesioni interne, quindi la giovane, seppur ancora ricoverata, non corre però pericolo di vita.

Alla fine di febbraio una vicenda molto simile. Un cinese di 19 anni arrivò sempre al Niguarda, anche stavolta in condizioni non gravi, dopo essere caduto dalla finestra al secondo piano dell'abitazione della fidanzata connazionale di 16 anni. Si disse che il giovane era fuggito a gambe levate optando per l'estrema soluzione del balcone perché lui e la fidanzata avevano scoperto di aspettare un bambino, volevano interrompere la gravidanza e lui aveva avuto paura della reazione della «suocera». Che non solo non sapeva della gravidanza, ma addirittura era completamente all'oscuro della relazione della figlia.

Così quel giorno il ragazzo, sentendo la madre della sua ragazza rientrare a casa del tutto inaspettatamente e temendo quel vis à vis che avrebbe voluto rimandare a data da destinarsi, non aveva esitato a calarsi dal palazzo dove l'amata abita con la famiglia. Pessima idea: era caduto nel vuoto per due piani, piombando sul marciapiede.

Come dicevamo anche allora non finì male: il 19enne restò ferito, ma non gravemente.

E al pronto soccorso avvertirono la polizia semplicemente perché il ragazzo ricoverato si rifiutava di spiegare la ragione che lo aveva indotto a lasciare un po' troppo in fretta quel condominio al punto da «prendere la strada» più veloce, quella della finestra.

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