Cronaca locale

Crollano calcinacci dal soffitto della Scala Chiuso il porticato

Pezzi di intonaco si staccano dalla volta: solo per un caso nessuno stava passando

Crollano calcinacci dal soffitto della Scala  Chiuso il porticato

Crollo nel porticato che copre l'ingresso principale al Teatro alla Scala. Pezzi di intonaco si sono staccati dalla volta, richiedendo l'intervento della Polizia locale che lo ha transennato. È stato deciso in via precauzionale di chiudere l'accesso al portico dal lato di via Verdi, posto sulla destra rispetto alla settecentesca facciata del teatro. Il porticato - spiegano i vigili del fuoco - essendo aperto è esposto ai fenomeni atmosferici, al caldo, al freddo, all'umidità. A questo si aggiunge la vetustà dell'edificio. Ora l'impresa che si è occupata del restauro del Piermarini, vincolato dalle Belle Arti, provvederà all'analisi dello «stato di salute» del portico e agli interventi di manutenzione necessaria. Per fortuna, al momento dell'incidente, cioè verso mezzogiorno, nessuno stava passando davanti all'ingresso del Piermarini, quotidianamente affollatissimo a quell'ora di milanesi e turisti.

Casualità vuole che il giorno precedente, verso le 16, lo stesso incidente, ma ben più grave, si sia verificato nei pressi del Tribunale, dove a cadere sono stati pezzi di cornicione. Un boato ha preceduto il crollo dei calcinacci di pietra che malauguratamente sono finiti in testa a una signora che passava da via Malara. La donna di 65 anni, colpita in pieno al capo, è stata trasportata in codice giallo al Policlinico dove è stata ricoverata. I vigili del fuoco hanno messo in sicurezza l'area. In base alle prime ricostruzioni a precipitare nel vuoto sarebbero stati dei mattoni di rivestimento della facciata del palazzo, oltre a porzioni di intonaco che si sono staccati sopra il cornicione che corre all'altezza del secondo piano. Si tratta di un condominio signorile in via Malara 5, appunto, con vista sul Palazzo di Giustizia. Per fortuna la signora ricoverata all'ospedale Maggiore non è in pericolo di vita, ma avrebbe potuto andare molto peggio, viene da dire, sia sotto il portico del Piermarini che due giorni fa davanti al Tribunale. Un afflusso maggiore, un bambino o un anziano di passaggio, sarebbe bastato che i calcinacci si fossero staccati dal quinto invece che dal secondo piano per provocare un incidente ben più grave.

E non è la prima volta che in centro si evitano per puro caso incidenti potenzialmente mortali. Solo a marzo, l'area antistante l'ingresso alla «Ponticella» del Castello sforzesco è stata transennata per evitare che le tegole sporgenti potessero cadere all'improvviso e colpire milanesi o turisti.

Lo scorso ottobre un orologio pubblico del peso di 70 chili tra viale Gran Sasso e via Garofalo precipita sul marciapiede accanto alla rastrelliera per bici. Caso vuole che nessuno in quel momento stesse legando o slegando una bicicletta. Era andata peggio, invece, a una donna di 54 anni in piazza Oberdan rimasta ferita in maniera lieve sempre da un orologio pubblico, con tanto di cartello pubblicitario posizionato sopra l'insegna del McDonald's. Era il 31 maggio 2016.

Solo due mesi prima, a marzo, pezzi di intonaco e frammenti di pietra erano precipitati dalla facciata di Palazzo della Ragione in via Mercanti. Nell'ottobre 2014, solo due anni prima, il Palazzo era stato transennato per il crollo di pezzi di cornicione. Il cedimento in questo caso si era verificato a pochi mesi dall'intervento di restauro promosso dal Comune con una spesa di 68mila euro.

Ancora nel febbraio 2012 verso le 14 un enorme portone di vetro a due ante in via Agnello crolla dietro ai due avvocati che stavano rientrando nel palazzo. La porta di vetro è uscita da un cardine, che ha ceduto per l'usura, andando a colpire tre passanti che passeggiavano sul marciapiede. Erano l'allora vicesindaco Maria Grazia Guida, presa di striscio, e due suoi collaboratori che invece sono stati travolti: un architetto e il capo di gabinetto.

Il capo di gabinetto ha riportato un trauma cranico, l'architetto se l'è cavata con una prognosi di 14 giorni e una gamba ingessata.

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