Cronaca locale

Via crucis dei deportati Teatro e musica lungo il Binario 21

Tutto esaurito stasera per lo spettacolo con la Verdi e i testi di Levi. Domenica il bis

Sabrina Cottone

Una processione simile a una Via Crucis, con musica dal vivo dell'orchestra Verdi, che mette in scena al Memoriale della Shoah ricordi dello sterminio degli ebrei e dell'assassinio di tanti oppositori politici. Lo spettacolo si muove in quattro stazioni, dove gli attori reciteranno le testimonianze dei sopravvissuti, tratte da testi di primo Levi, Goti Bauer, Ludovico Barbiano di Belgioioso, Liliana Segre, Giuliana Tedeschi, Leopoldo Gasparotto.

Il debutto è questa sera, l'8 settembre, come nel 1943. Non hanno scelto una data qualunque per lo spettacolo del Piccolo Teatro al Binario 21 della Stazione Centrale, luogo della deportazione verso i campi di sterminio degli ebrei, ma anche di tanti oppositori politici e sindacalisti.

Dopo il crollo del regime e la nascita della Repubblica di Salò, quando la repressione nazi-fascista divenne mortalmente feroce, anche l'edificio che oggi è il Piccolo di via Rovello fu una centrale di polizia con celle di isolamento e camere di tortura. A rievocare quel che accadde, lì dove accadde, è lo spettacolo itinerante «I luoghi della Memoria», regia di Paolo Castagna, che ha già fatto il tutto esaurito per stasera al Memoriale dello Shoah e che andrà in replica domenica 10 alle 20,30, con ingressi a piccoli gruppi ogni dieci minuti.

Subito dopo un prologo storico, la prima stazione è nelle stanze delle testimonianze. La seconda è all'interno del vagone aperto. La terza è davanti al muro dei nomi. La conclusiva, recitata da Franca Nuti, è nel luogo di riflessione, un tronco di cono a cui si accede scendendo lungo una mezza elica. Insonorizzato, pensato per avere un momento di raccoglimento finale dopo la visita. Qui Franca Nuti leggerà Primo Levi.

Lo spettacolo, nato intorno al libro di Stefania Consenti «Luoghi della memoria» (edizioni Guerini), nasce da una collaborazione tra il Memoriale, i partigiani dell'Anpi e l'Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, per coltivare una memoria condivisa. Spiega Roberto Jarach, vicepresidente del memoriale dello Shoah: «L'8 settembre comporta una svolta nelle deportazioni di tutti i tipi, non solo ebraica ma anche politica e sindacale. Dalla stazione e dal binario 21 è partito anche un convoglio con gli oltre 500 autori dello sciopero della Falck e della Magneti Marelli di Sesto San Giovanni, che fu uno dei primi focolai della Resistenza. Ne sono tornati meno della metà».

Al binario 21 sono state ricostruite testimonianze della partenza di 21 convogli in cui erano ammassate centinaia e centinaia di persone. «Sono certi gli elenchi dei primi due convogli partiti con 774 persone, di cui solo 27 sopravvissuti, con destinazione diretta Auschwitz - ricorda Jarach -. Tutti gli altri sono andati in campi di smistamento, da dove deportati politici e sindacali venivano per lo più mandati nel campo di lavoro di Mauthausen. Gli altri erano costretti ad andare a Fossoli, vicino Carpi, dove venivano raccolti i deportati provenienti da tutta Italia e reindirizzati su singoli convogli. Fossoli restò aperto finché gli alleati non salirono fino al Po.

Da quel momento i convogli dal binario 21 viaggiavano verso Bolzano, nuovo campo di smistamento verso i luoghi dello sterminio».

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