Cronaca locale

Dalla «via crucis» a Voltaire: in teatro approda il classico

Tra le novità più leggere «Ain't misbehavin», fortunato musical da 1.600 repliche a New York ora al No'hma

Antonio Bozzo

Siamo vicini a Pasqua, cominciamo il consueto giro tra i debutti della settimana (settimana in cui la scena è presa dal caravanserraglio del design) con La Via Crucis di Mario Luzi, allo Spazio Banterle il 12 e 13 aprile, con Valerio Bongiorno e Laura Piazza. «Io dal fondo del tempo ti dico: la tristezza/ del tempo è forte nell'uomo, invincibile»; sono due versi rivolti al Creatore, scritti dal poeta Luzi, invitato da papa Wojtyla a produrre un componimento per la Via Crucis del 1999. Il risultato fu, come al solito nell'autore fiorentino, una vetta del poetare. Quei versi vennero interpretati da Lucilla Morlacchi e Sandro Lombardi. Oggi lo Spazio Banterle, luogo della poesia e della parola, li accoglie, mostrando che rivelano un umanissimo Cristo, in grado di illuminare il nostro cammino mortale.

Due gli spettacoli all'Elfo Puccini. Ombre folli (fino al 18 aprile, Sala Fassbinder) e Un quaderno per l'inverno (Sala Bausch, fino al 14). Il primo, della collaudata Compagnia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi (su testi di Franco Scaldati), è una personale dedicata a Totò e Vicé, lunatici clochard nati dalla fantasia di Scaldati, il drammaturgo scomparso nel 2017. Clown sì, ma anche ombre, che lasciano molti dubbi sul reale confine tra vita e morte. Con tratti scioccanti di crudeltà umana. Uno spettacolo da vedere. In Sala Bausch, invece, vediamo il miglior testo italiano del 2017, secondo il Premio Ubu. «Un lavoro per due attori in tre scene. Racconta la storia di un professore di letteratura il quale, rientrando in casa, trova un ladro, con coltello, che vuole da lui qualcosa di molto insolito: è una questione di vita o di morte», ha scritto l'autore Armando Pirozzi del testo diretto da Massimiliano Civica e portato in scena con l'interpretazione di Alberto Astorri e Luca Zacchini. La critica lo ha accolto molto bene, parlando di «capolavoro sommesso» e di «western metropolitano», con applausi per la recitazione.

Da non perdere, al Pacta Salone, Candido (ovvero l'ottimismo) di Voltaire, nell'adattamento di Maddalena Mazzocut-Mis e regia di Annig Raimondi, con Alessandro Pazzi e Fabrizio Rocchi, in scena fino al 18 aprile.

Nel celebre libro scritto nel 1759, solo quattro anni dopo il terremoto di Lisbona, che diede a Voltaire l'estro di comporre un'opera da subito riconosciuta come un capolavoro, ci sono molti spunti che possono farci riflettere anche sul mondo attuale, nato appunto dalla storia, non da un fulmine precipitato dal cielo. Esempi: gli europei del '700 che si arricchiscono alle spalle degli schiavi africani, l'avversione al fanatismo clericale, la passione per il gioco, le violenze sulle donne. Candido - un nome, un programma - dovrà rendersi conto della dura realtà.

Chiudiamo la panoramica con lo spettacolo, come sempre gratuito, al No'hma, oggi e domani: Ain't misbehavin, dal Cotton Club al Savoy Ballroom attraverso le atmosfere dei night di Harlem. Un musical con musica di Fats Waller e libretto di Richard Maltby Jr.

e Murray Horwitz: debuttò a Broadway nel 1978, rimase in scena per 1604 repliche, un autentico primato, vincendo tre Tony Awards.

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