Cronaca locale

Dall'Out Off al Parenti Ecco un cartellone per un weekend teatrale

In programma pièce d'autore: un omaggio a Pinter e le ultime repliche del «Purgatorio»

Antonio Bozzo

Ultimi due giorni, oggi e domani, per partecipare all'omaggio ad Harold Pinter imbastito dall'Out Off. Lo scrittore, drammaturgo e poeta britannico Pinter, premio Nobel nel 2005, è uno degli autori più rappresentati (ricordiamo, tra i suoi lavori, «Il calapranzi», inesausto successo fin dalla prima messinscena, nel 1957); era nato il 10 ottobre 1930 - scomparve nel 2008 -, per questo l'Out Off mette in scena adesso «Landscape/Paesaggio», debutto del 1969, nella traduzione di Alessandra Serra, con regia di Alessandro Averone. Lo spettacolo, in prima nazionale, è impostato su due monologhi intrecciati: i coniugi Duff e Beth, seduti in cucina, ripercorrono il passato, perdendosi nel paesaggio terremotato della memoria. Non c'è vero dialogo tra i due, paradossalmente sarà proprio questa assenza a riunire marito a moglie. In scena Christine Reinhold, che interpretò «Vecchi tempi» (sempre Pinter) nella scorsa stagione all'Out Off, e Derek Allen, attore di marcata comicità anglosassone.

«La coppia aperta ha i suoi vantaggi, caro. Deve essere aperta da una parte sola: la tua. Se è aperta da tutte e due le parti, ci sono le correnti d'aria e ti viene un raffreddore». È con battute come questa che «Coppia aperta, quasi spalancata», scritta da Dario Fo e Franca Rame nel 1982, è diventata una commedia-cult del celebre sodalizio sentimentale, artistico e politico. Che si può vedere fino a domani al Teatro della Cooperativa. La coppia è formata dagli strepitosi Alessandra Faiella e Valerio Bongiorno, diretti da Renato Sarti, con musiche di Carlo Boccadoro. Il testo è ancora attuale: la coppia si è aperta, forse verso il mondo, ma le frizioni tra lei e lui, e le immancabili gelosie, ci sono sempre.

Al Franco Parenti, domani terminano le repliche di «Purgatorio», di Ariel Dorfman, regia di Carmelo Rifici, interpreti Laura Marinoni e Danilo Nigrelli. Lo spettacolo fa parte del Progetto Sud America: Dorfman (pubblicato da Einaudi) è argentino di Buenos Aires, ed è conosciuto anche perché Roman Polanski ha tratto un film dal suo «La morte e la fanciulla». Non ci sono, a dispetto del titolo, riferimenti danteschi. Il Purgatorio di Dorfman riconduce al mito di Medea e Giasone, lasciando incerti su chi è vittima nel gioco crudele in una stanza bianca che diventa carcere.

Vi punge la curiosità di sapere cos'è la «sand art»? Si può scoprire al Teatro Delfino dove va in scena, fino al 22 ottobre, «Ho scritto Italia sulla sabbia», spettacolo dell'artista Eka (vero nome Erika Abelardo, di Chieti) che andrà in tour anche in Europa. Eka incanta con le sue mani, creando con la sabbia immagini dal vivo, proiettate su schermo e valorizzate da un sapiente uso della luce.

Una cosa molto curiosa, che permette di cavalcare nelle bellezze e nella storia (anche minima) del nostro Paese, dal Duomo di Milano a Topo Gigio, da Raffaella Carrà al Palio di Siena, dalla terrazza di Montalbano alla Vespa di «Vacanze romane» (e di Nanni Moretti).

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