Cronaca locale

«Diamo ai nostri giovani ventimila case invendute»

Ventimila alloggi da assegnare ai giovani lombardi. Gratis, per cinque anni. È con questa proposta che Roberto Maroni, candidato alla presidenza della Regione Lombardia si è presentato ieri mattina a Palazzo Mezzanotte a fronteggiare «la collera» degli operatori del mondo delle costruzioni. Fuori, una piazza Affari tappezzata da diecimila caschi gialli, lasciati lì a rappresentare idealmente tutti i posti di lavoro persi negli ultimi anni.
Ieri mattina da Milano è partita la protesta, ma anche la proposta dei costruttori e di tutti i settori collegati strozzati dalla crisi del settore. Una proposta racchiusa in 37 pagine intitolate «Dalla collera all'impegno» con cinque punti, chiari, precisi che parlano di fisco esagerato, di credito inaccessibile, di ritardati pagamenti e di mancanti investimenti. Da qui è stata chiamata in causa la politica, accusata di essersi dimenticata di tutta la filiera. «Ho proposto un accordo all'Ance con Regione Lombardia, Aler e le banche interessate per rilevare il patrimonio immobiliare invenduto, circa 70 mila alloggi attualmente» ha risposto Maroni. Il suo progetto prevede di fare rilevare dall'Aler almeno 20 mila di questi alloggi, da mettere a disposizione dei giovani che vogliono sposarsi o iniziare un'attività. Tutto gratuitamente per 5 anni. L'affitto sarebbe infatti a carico della Regione. Allo scadere dei cinque anni potrebbero decidere se restare o meno e accollarsi a quel punto la spesa. Non solo. «I sindaci della Lombardia hanno a disposizione 4 miliardi di euro che non possono spendere per il patto di stabilità. Propongo di sostituire il “patto nazionale” con uno regionale per realizzare gli interventi più urgenti».
L'edilizia snocciola numeri e cifre da paura. In tutti i settori, da chi «pensa» le case a chi getta le fondamenta, da chi si occupa degli impianti a chi poi deve vendere gli appartamenti. Tutti legati uno all'altro da una crisi senza precedenti «che ha finito per riportare il paese ai livelli produttivi di 40 anni», ha spiegato Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil, promotrice dell'evento. Da qui la collera che nasce anche da quella che De Albertis definisce «l'amarezza di vedere la disattenzione della politica di chi deve creare le condizioni per lavorare». Lo dice mentre proprio lì in prima fila, davanti ai 500 caschetti gialli seduti in platea, ci sono Maroni e Umberto Ambrosoli, candidato alla Regione per il Pd. Eppoi ci sono il sindaco Pisapia, il presidente della Provincia Podestà. Arrivano Vendola, Oscar Giannino e Maurizio Lupi. Ognuno con la sua proposte. «La lotta alla disoccupazione è al centro del mio programma», rassicura Ambrosoli che come «prime azioni concrete» vede «la riduzione dell'Irap dal 3,9 al 3,65% con la restituzione di 350 milioni di euro alle imprese lombarde, ma anche il rafforzamento del sistema dei confidi con la patrimonializzazione e l'attivazione di enti bilaterali per creare nuovi percorsi di inserimento». La lotta alla disoccupazione, va condotta attraverso «un diverso uso dei fondi europei» secondo Ambrosoli «e istituendo un fondo regionale per lo sviluppo, per evidenziare i settori che garantiscono posti lavoro duraturo. Primo tra tutti la green economy». Il manifesto con le proposte stilate dalle venti associazioni che hanno aderito ieri all'iniziativa ora sarà sui tavoli di tutte le forze politiche. «È stata scelta Milano perché qui ci sarà l'Expo - ha sottolineato De Albertis - perché qui hanno sede la maggior parte delle imprese». Una su 7 infatti a Milano si occupa di edilizia e secondo la Camera di commercio è il settore che nell'ultimo anno ha sofferto di più. Eppure basterebbe un euro per avere una ricaduta di oltre il triplo.

Basterebbe un miliardo per dare un lavoro a 17 mila persone.

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