Cronaca locale

Due regine e uno scudetto ma sfrattate dal Vigorelli

Il derby tra Seamen e Rhinos è stato l'ultima finale tricolore però una deve giocare a Sesto e l'altra tra Pero e Limbiate

Due regine e uno scudetto ma sfrattate dal Vigorelli

La Milano capitale del football americano nostrano, ma anche la Milano che lo dimentica, isola e spedisce in periferia come un pacco postale indesiderato. Il paradosso è tutto qua: Rhinos e Seamen, due formazioni ai vertici del movimento italiano e non solo, dimenticate da una città intera e costrette a giocare dove gli offrono ospitalità.

La storia è recente, il problema un po' meno. Perché le due formazioni milanesi, fino al 2015, hanno disputato le loro gare interne al Velodromo Vigorelli, poi chiuso per una serie di lavori di ristrutturazione che appaiono interminabili: «Una struttura molto costosa, perché a bilancio della società finiscono quasi 50.000 euro le parole di Marco Mutti, presidente dei Seamen Milano ma questo non scalfisce la nostra volontà di tornare al velodromo. E siamo d'accordo anche con i Rhinos Milano, che sposano appieno la nostra linea. È assurdo che le due formazioni della città, campione d'Italia una e vicecampione l'altra, non possano giocare in una zona comoda per i tifosi. E soprattutto cittadina».

Gli fa eco Alessio D'Ascenzo, presidente dei Rhinos: «Credo che ad un certo punto il Vigorelli sarà disponibile e potremo fruirne di nuovo precisa quello che manca oggi nella dialettica con il Comune di Milano è uno sforzo logistico, che permetta a noi e ai Seamen di poter disputare le gare in casa». Eppure ci sono tante difficoltà: «Il Comune ha un cronoprogramma di interventi da rispettare; bisogna sostituire il sintetico, ad esempio. Ma se invece di farlo nel bel mezzo della stagione lo si facesse in estate, sarebbe un problema in meno. E poi servirebbe che i Vigili del fuoco dessero l'agibilità per una tribuna da 500 posti. Questo chiediamo al Comune di Milano. Richieste che ad oggi appaiono incredibili».

Possibile che tutto si fermi per una mancata agibilità? «Il Comune dice che i Vigili del fuoco non la concedono, nemmeno in via temporanea rincara la dose Marco Mutti , cosa non vera, in quanto sono tenuti a farlo dopo i vari controlli. Possono imporre maggiori situazioni di sicurezza, come l'aumento di steward ed affini. Ma non capisco proprio questo non voler dare la disponibilità al football di potersi esprimere in questo impianto. Escludo che vogliano concedere la struttura ad altri sport, ma se così fosse sarebbe grave. Di fatto al Vigorelli si può giocare solo a football, quindi mi sembra difficile».

Ma se da una parte i Seamen urlano la loro volontà di riappropriarsi di corsa del Vigorelli, dall'altra c'è una società che invece guarda in faccia la dura realtà: «In casa Rhinos pensiamo che si possa tornare al Vigorelli, ma non prima del 2019», la sentenza di D'Ascenzo, presidente di una squadra che l'anno scorso ha giocato prima a Pero e poi a Limbiate. Club capace di concludere la stagione con due sole sconfitte, in finale di ItalianBowl proprio contro i Seamen e in Europa contro i francesi di Thonon. Stesso discorso per i Marinai, campioni d'Italia a giugno, costretti all'isolamento nello stadio Breda di Sesto San Giovanni: «Niente contro Sesto, ma noi siamo la squadra di Milano tuona Mutti andare in periferia è solo una necessità. Nei paesi trovi spesso un'amministrazione comunale molto più attenta ed attiva. Cosa che a Milano, invece, manca da tempo. E questo per noi è un danno: perché al Breda riusciamo a tirare su 1.500 euro, mentre al Vigorelli si poteva arrivare anche a 4.500. E considerando che siamo una società dilettantistica, i soldi ci servono non certo per fare lucro, ma per poter arrivare a pagare le spese».

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