Cronaca locale

E all'Arco è guerra sui dehors: la movida deve chiudere alle 23

Cornuti e mazziati. Non c'è modo più eloquente per descrivere la situazione dei titolari di locali all'Arco della Pace. Perché se già il malumore dei ristoratori per la concorrenza della movida serale in Expo è generalizzato in città, qui la situazione rischia di farsi ancora più critica. Nell'anno in cui persino l'assessore al Commercio Franco D'Alfonso ha deciso di non firmare le ordinanze estive che imponevano orari di chiusura per bar e locali - «non abbiamo voluto porre limiti per consentire ai turisti Expo di vivere appieno la città e apprezzare la vita notturna» ha spiegato il 9 maggio - il Consiglio di Zona 1 sta tentando un blitz. Spetta al Parlamentino l'ultimo parere sulla concessione di nuovi spazi per i dehors. L'ultimo «piano d'area» in zona Arco-Sempione risale al 2007, quando il restyling del quartiere era praticamente agli esordi. In otto anni è diventato una meta clou per il popolo degli apertitivi e della notte, hanno aperto via via più locali. L'associazione Commercianti Sempione Arco della Pace presieduta da Fabio Acampora ha intavolato da mesi una trattativa per ottenere più spazio per i plateatici, in tutto si aggiungerebbero una sessantina di tavolini. Non una rivoluzione. Ma tanto è bastato a scaldare gli animi della storica associazione anti-movida ProArcoSempione. La proposta di estendere i dehors è approdata ieri nella Commissione urbanistica e commercio della Zona 1, accompagnata da una lettera dei residenti che si definiscono«assolutamente contrari».

Nel documento inviato al presidente Pd Fabio Arrigoni sostengono che «i posti a sedere ammontano già a 900», e che «senza avere in cambio l'assoluta certezza del ritiro dei tavolini dalla strada non oltre le ore 23» il parere della Zona dovrebbe essere negativo. E nella mozione presentata ieri in Commissione dal centrosinistra si parla proprio, guarda un po', di un via libera ai tavolini in più a fronte dell'impegno da parte degli esercizi ad accettare un orario unico di chiusura alle 2 per il servizio all'interno e all'una nei dehors nei giorni di venerdì, sabato, domenica e festivi, anticipando in tutti gli altri giorni della settimana alle 24 per l'interno e addirittura le 23 per i dehors. Nell'anno cosiddetto della «movida selvaggia» nel resto della città. «Sono regole inaccettabili e daremo battaglia - assicura il capogruppo di Forza Italia in Zona 1, Filippo Jarach -. Proporremo un emendamento almeno per unificare gli orari alle 2 per l'interno e l'una per i dehors tutti i giorni della settimana. Non si possono danneggiare le imprese». Una proposta che stasera in Consiglio potrebbe passare: anche in maggioranza ci sono voci contrarie alla restrizione.

E sono paletti inaccettabili, non c'è bisogno di dirlo, per gli esercenti. Acampora «non si aspettava questa reazione visto che abbiamo aperto da tempo una trattativa per contribuire alla vivibilità del quartiere. Abbiamo già un servizio cortesia per contenere schiamazzi ed evitare la sosta selvaggia, paghiamo gli straordinari di Amsa per la pulizia, ci siamo anche presi l'onere di adottare le aiuole di corso Sempione.

Non accettiamo queste limiti e non so come potrebbe attuarli, qualunque locale facesse ricorso al Tar vincerebbe facilmente».

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