Cronaca locale

E Sala iscritto "ombra" pontifica sul partito

E Sala iscritto "ombra" pontifica sul partito

Beppe Sala è il sindaco non del Pd che parla più spesso del Pd è la battuta che circolava giorni fa tra alcuni colonnelli dem. Un ruolo da commentatore esterno (continua a ribadire che non intende prendere la tessera fino a fine mandato) che gli ha dato la libertà di criticare il carattere di Matteo Renzi prima del 4 marzo o di dettare le strategie nelle sedute di autoanalisi collettiva organizzate post voto dall'ala più critica del partito. «Insieme per pensare, per reagire» è il titolo da harakiri scelto da Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini per l'incontro organizzato ieri con i simpatizzanti della Sinistra Dem all'Acquario Civico. «Ricominciamo dalle persone, da Milano, da un nuovo Pd» è quello promosso da Pierfrancesco Majorino sabato 5 maggio alle ore 15 all'auditorium di Radio Popolare. L'assessore comunale (anti renziano della prima ora) negli ultimi giorni ha virato su uno slogan più soft di quello elaborato a caldo: «Rifare il Pd, Rifare la sinistra». Sala era sul palco dei cuperliani e sarà protagonista dell'evento a Radio Pop. Tanto che qualcuno ieri si è azzardato a chiedergli se non stia pensando di candidarsi segretario del Pd, ipotesi che Sala ha subito smontato: «Credo che il mio contributo alla sinistra sia far vedere come funziona Milano, non solo perchè qui la sinistra sta insieme e non sbanda ma anche perchè è in grado di dialogare con tutti». Cosa immagini per il suo futuro è una domanda che circola anche all'interno del partito, e crea qualche fibrillazione. Cosa immaginasse dopo il 4 marzo era, si dice, una situazione molto più drastica. Il partito è crollato ma è ancora in ballo come stampella del Movimento 5 Stelle, qualora saltasse il dialogo con la Lega. Sala sarebbe stato pronto a caldeggiare l'ipotesi di Carlo Calenda alla guida del Pd, ma l'ex «rottamatore» Renzi non è ancora uscito completamente dalla scena. E al sindaco per ora non rimane che pontificare, delineare l'identikit del futuro segretario. «Renzi per me è indecifrabile - ha ammesso ieri - non so cos'abbia nella testa anche perchè non parla ed è da un pò che non lo sento. Dipenderà da lui se vuole essere scomodo nel Pd. A me spiace per il rinvio dell'assemblea perchè ero curioso di sentire cosa avrebbe detto, che analisi avrebbe fatto ma soprattutto che cosa avrebbe proposto per il futuro. Parlano un pò i suoi ma ripeto che da ciò non si riesce a capire che cos'abbia nella testa». Torna quindi nel ruolo di iscritto «ombra», senza tessera ma con idee chiare per il futuro del partito: «L'idea del segretario-candidato premier è un format del passato.

Serve un segretario che dichiari il giorno uno che non ha ambizioni di diventare il futuro premier ma che abbia grande volontà di lavorare per due o tre anni per la ricostruzione del Pd su tutto il territorio».

Commenti