Cronaca locale

Prendetevela con noi: lei ha un fratello ucciso da Al Qaeda

Un comportamento vigliacco quello del Pd contro l'antropologa Maryan Ismail, una donna di valore che ha avuto il coraggio di dire solo cose giuste

Prendetevela con noi: lei ha un fratello ucciso da Al Qaeda

Che vergogna. Non c'è altra parola per condannare questo Pd, rimasto comunista nell'animo dopo essersi vergognato di esserlo nella bandiera. O forse nemmeno, forse è solo piccineria. Perché la purga staliniana di un membro della segreteria non può essere definita diversamente. Un comportamento vigliacco contro l'antropologa Maryan Ismail, una donna di valore che ha avuto il coraggio di dire solo cose giuste. E non basta una tardiva smentita (che non smentisce) del segretario Pd Piero Bussolati. Il caso è esploso. Bussolati ci ha ripensato? Appoggi l'idea del Giornale di farne la presidente della moschea che il bando pasticciato dell'assessore Pierfrancesco Majorino (che di Milano vuol diventare sindaco) assegna ad alcuni musulmani nell'ex Palasharp. «La commistione politica-religione mi ripugna - aveva detto, lei musulmana, lunedì al Giornale - Attraverso le bombe sappiamo cosa significa l'uso della religione in politica». Parole di verità che non sono piaciute alla sinistra. E pronunciate da una donna il cui fratello ambasciatore Onu è stato ucciso a Mogadiscio il 27 marzo da Al-Shaabab, la filiale somala di Al Qaida. «Il suo errore è stato parlare con il Giornale », confessa un dirigente milanese del Pd. Perché il Pd è rimasto in un mondo manicheo. Con loro buoni da una parte e tutti gli altri cattivi.

Il Giornale è abituato a essere considerato cattivo dalla sinistra. E tutto sommato non gli dispiace. Gli dispiace invece per Maryan, liquidata da un certo Bussolati il cui curriculum arrossirebbe a fianco del suo. Ma troppo spesso in politica il merito non ha valore. Doppia cittadinanza, antropologa, centinaia di conferenze, in prima linea nella battaglia contro le mutilazioni genitali. La sua colpa? Nessuna, perché è stato il Giornale a proporla come direttore della moschea. Una garante che lì dentro non si predicheranno l'odio e la guerra santa. Che per Milano non passeranno più, come in passato e forse anche oggi, i terroristi. Quell'Islam moderato di cui il Pd si riempiono la bocca, salvo poi scomunicare chi si permette di dire che «la mia idea era una moschea neutra, senza fazioni». Forse hanno fatto paura le sfuriate di Majorino dopo aver letto le critiche della Ismail.

E ora? Ora il Giornale è a disposizione di chi nel Pd voglia difendere Maryan Ismail. Una donna che ha visto «i tagliatori di teste allenarsi con quelle dei somali», ma nonostante tutto sogna «una moschea trasparente, con parità di gen e re e separazione tra politica e religione». E si batte contro «una lettura ortodossa che mortifica il mondo musulmano». Chi è d'accordo con lei parli. Il resto son chiacchiere.

E (false) smentite.

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