Cronaca locale

Ecco i costi dell'ostruzionismo grillino

Per due giorni i 5 Stelle hanno ostacolato la legge sul suolo: migliaia di euro in straordinari, luce e riscaldamento

Ecco i costi dell'ostruzionismo grillino

Un conto salato e che soprattutto pagheranno i cittadini quello dello show messo in scena per due giorni dal Movimento 5 stelle in Regione. Un ostruzionismo a colpi di emendamenti organizzato a favore di telecamere da quegli stessi «grillini» sempre così attenti alle spese e ai costi della politica. Soprattutto a quelli degli altri. Perché le due maratone notturne necessarie per approvare la legge sul Consumo del suolo dopo la presentazione di oltre 3mila emendamenti e di mille subemendamenti, non sono state certo gratis per il contribuente che si dovrà accollare gli straordinari del personale che ha tenuto aperto il Pirellone per due giorni fino a dopo mezzanotte, i costi di luce e riscaldamento e le montagne di fotocopie. È la democrazia bellezza, dirà qualcuno difendendo i diritti dell'opposizione. Vero. Non fosse che, come ha sottolineato il presidente dell'aula Raffaele Cattaneo, al muro contro muro è preferibile «far prevalere la logica del confronto». Anche perché il presidente della commissione Territorio Alessandro Sala aveva più volte chiesto di presentare delle proposte da discutere, invece della montagna di emendamenti ostruzionistici. Tanto che gli stessi «grillini», a cominciare da Giampietro Maccabiani, al momento di discuterli erano fuori dall'aula e non hanno nemmeno votato le loro proposte. Erano in aula, invece, per prendere in ostaggio il presidente Cattaneo. «Un gesto gravissimo - la censura del professor Stefano Bruno Galli (Lista Maroni) - Le istituzioni rappresentative esigono rispetto. Sostanza e anche forma». E Riccardo De Corato (Fdi) dice che «all'opposizione anche in parlamento ne ho fatte tante, magari anche sui banchi del governo, ma con la presidenza non si scherza. Quella è sacra e rappresenta tutti».

E così il bilancio dell'ostruzionismo «grillino» è stato lo stillicidio di 23 ore di aula (più un'altra seduta) e un costo di oltre 5mila euro di straordinari da pagare a 64 figure professionali (32 la prima sera e 32 la seconda): commessi, commessi d'aula tra i cui compiti c'è anche la sicurezza, segretario d'aula e altri dipendenti. Ma hanno dovuto fare le ore piccole (magari nemmeno retribuite) i collaboratori dei gruppi consiliari, gli uffici e i dirigenti degli assessorati, gli addetti stampa di gruppi e assessori. Molti si sono dovuti fermare a dormire a Milano in albergo. A tutto questo va aggiunto l'esorbitante numero delle (inutili) fotocopie: 3.016 gli emendamenti da moltiplicare per i dieci gruppi in consiglio (di cui due con un solo componente). Oltre 30mila fogli a cui aggiungere quelli per la presidenza e gli uffici. Più i mille (da moltiplicare) per i subemendamenti. Montagne di carta finita rapidamente al macero e tutto per arrivare all'approvazione di un testo su cui, seppur con voto contrario, anche Pd e Patto civico hanno fatto convergere le loro modifiche. Di «una grande riforma che consente di proteggere la vocazione agricola della Lombardia» ha parlato il governatore Roberto Maroni che ha ricordato i disincentivi al consumo di suolo e gli incentivi per la rigenerazione urbana e il recupero aree dismesse, con lo stop immediato delle concessioni di nuove varianti su suolo agricolo. Per la coordinatrice Mariastella Gelmini «anche grazie a Fi un esempio di buon governo e di tutela del territorio».

E per tutto il centrodestra l'obiettivo dichiarato di arrivare a zero consumo di nuovo territorio.

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