Cronaca locale

"Ecco il nuovo lessico buonista: i migranti sono 'presenti a tempo'"

Nuova denominazione del comune di Milano per i centri accoglienza di via Aldini e via Mambretti. Enrico Salerani (Lega Nord): "Ipocrisia al potere: sono clandestini"

"Ecco il nuovo lessico buonista: i migranti sono 'presenti a tempo'"

A scomparire non sarà solo il reato di immigrazione irregolare. Ma anche la parola "clandestini". Guai poi a definirli "immigrati" o "extracomunitari": è cosa nota che l'Italia buonista da tempo preferisca l'uso del sostantivo "migranti", ben più politicamente corretto. Ma ora è stato fatto un ulteriore passo avanti: chi entra nel Belpaese e viene ospitato è solo un "temporaneamente presente".

Facciamo un passo indietro. La guerra lessicale contro definizioni come "immigrati", "clandestini" ed "extracomunitari" ha una radice profonda che parte da lontano. Son parole che devono contenere sostange allergizzanti, altrimenti non si spiega tanta dedizione nel cercare di modificare il dizionario italiano. Nel lontano 2011 il procuratore capo di Savona, Francantonio Granero, invitò gli uffici della polizia giudizia e le forze dell'ordine a non usare nelle denuncie la parola "extracomunitario" per riferirsi ai criminali stranieri. "Credo che abbia ormai assunto un'accezione negativa che trovo sgradevole - disse - quindi chiederò ai vari uffici di utilizzare il termine 'cittadino straniero'". Quattro anni dopo, durante la visita ad Expo2015, Bono Vox ammonì giornalisti, politici e cittadini a non chiamarli "migranti", ma "rifugiati". Pure quelli che lo status di rifugiato non lo otterranno mai.

Ma l'ultima rivoluzione porta la firma di Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali di Milano. Il 23 dicembre scorso Palazzo Marino ha protocollato il "quarto aggiornamento generale del piano dei servizi" comunali. Tra gli atti approvati c'è pure l'elenco dei servizi forniti dall'amministrazione cittadina. Due di questi riguardano il quartiere di Quarto-Oggiaro. "Viene inserito - si legge - il servizio sussidiario della categoria 'Servizi sociali' denominato 'Centro per temporaneamente presenti' in via Aldini 74". Stessa storia per quello di via Mambretti 33. Cosa c'è di strano? All'interno di queste due strutture, che lo stesso Majorino ha più volte genericamente definito "centri di accoglienza", non ci sono solo clochard che cercano un posto caldo per una notte e poi se ne vanno, ma centinaia di migranti arrivati nel territorio meneghino. E che ora (a quanto pare) dovremo chiamare "presenti a tempo".

La decisione di denominarli "Centri per temporaneamente presenti" ha fatto storicere il naso a Enrico Salerani, capogruppo della Lega Nord al Municipio 8. "Quelle strutture erano state aperte per l'emergenza freddo e per ospitare persone in difficoltà, barboni e alcolisti - spiega a ilGiornale.it -, poi si sono trasformate rapidamente in centri di accoglienza per migranti". La presenza di richiedenti asilo a Quarto-Oggiaro ha più volte sollevato diverse polemiche. A parole la giunta guidata da Beppe Sala ha provato a spostarli altrove, ma si è fermata ai buoni propositi. Nei fatti le strutture gestite dalla Fondazione Arca vanno avanti e ieri in via Aldini un eritreo di 30 anni si è suicidato. "La verità è che a Quarto-Oggiaro vengono ospitati immigrati che spesso si rilevano essere clandestini - attacca Salerani -. E l'ultima trovata del Comune fa pena: prima hanno iniziato a chiamarli 'migranti', qualcuno persino 'risorse', e ora 'temporaneamente presenti'.

Ricordiamo al 'genio' ideatore di tale ipocrita definizione che siamo tutti temporanei e provvisori".

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