Cronaca locale

Edilizia in crisi, De Albertis riprende Maran: «Il Comune ci mette 3 mesi per una pratica»

E Palazzo Marino a maggio e giugno non ha lanciato neanche un appalto

Chiara Campo

Duemila imprese perse in un anno nel settore delle costruzioni in Lombardia, tredicimila dal 2011. Un taglio netto degli operai iscritti alla cassa edile sul territorio: in otto anni sono passati da 70mila a 44.500, il 37 per cento in meno. Il presidente nazionale dell'Ance, Claudio De Albertis, sale sul palco dell'assemblea generale di Assimpredil-Ance che riunisce i costruttori e le imprese edili di Milano, Lodi, Monza e Brianza e afferma con molto realismo che «il mercato della casa è fermo e la situazione non cambierà almeno fino alla fine del 2017, dobbiamo soffrire e resistere ancora». Prima di lui l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran ha parlato delle grandi sfide in vista per il territorio: dalla trasformazione dell'ex area Expo alla riqualificazione degli scali ferroviari alla trasformazione di Città Studi se l'Università Statale traslocherà a Rho. «A Maran - ribatte De Albertis - dico che state parlando di cose gigantesche, fuori dalla nostra portata. Io credo di essere nell'immobiliare, tra i piccoli, uno dei più grandi, e delle operazioni citate non ce n'è una che riesco ad avvicinare. Oggi un operatore medio sano non riesce ad affrontare neppure 10mila metri quadrati da costruire». Più del comparto urbanistico «in questo momento dovete mettere mano all'edilizia privata, serve un approccio nuovo perchè i tempi di approvazione delle procedure non sono più accettabili, non è possibile che ci siano funzionari del Comune che in tre anni non hanno chiuso una pratica». De Albertis sferza anche la categoria: «Le regole nel nostro mondo sono saltate. Le imprese che lavorano al di fuori delle regole hanno contratti assurdi. Io non riesco più ad accettare una condizione di questo tipo, o seriamente ci ribelliamo alla concorrenza sleale e entro Natale le regole cambia o in questa situazione io non ci sto più». E insiste su anagrafe degli operali edili e formazione: «La cassa edile oggi controlla solo il 30-40 per cento della manodopera che entra in cantiere».

Il presidente di Assimpredil Marco Dettori svela luci, ombre e responsabilità del Comune. Nel prossimo ventennio le famiglie che cercheranno alloggio nelle tre province sarà do 224mila unità, 128mila di queste solo a Milano. Per questo detta sette priorità che vanno dalla digitalizzazione della macchina comunale («subiamo uno spreco di tempo e carta») al costo eccessivo della Cosap alla richiesta di una «maggiore attenzione ai lavori pubblici». Tra maggio e giugno Palazzo Marino non ha bandito un solo appalto.

E il nuovo codice degli appalti «ha introdotto una serie di cambiamenti importanti, ma necessita di un periodo di gestazione che sta bloccando i lavori in maniera allarmante».

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