Cronaca locale

Un elettricista manda in tilt tutti i telefoni del tribunale

Luca Fazzo

Pare che sia bastato l'errore di un elettricista a mandare in tilt per quasi una giornata i telefoni dell'intero Palazzo di giustizia. Dalla sera di giovedì a ieri pomeriggio l'intero tribunale è rimasto di fatto isolato dall'esterno e all'interno: impossibile ricevere chiamate urbane o interurbane, impossibile per gli uffici comunicare tra di loro. Se in qualunque punto dell'edificio si fosse verificata un'emergenza, per lanciare l'allarme l'unico mezzo utilizzabile sarebbero stati i cellulari (che in alcune aule, peraltro, hanno copertura scarsa).

È stata una situazione surreale, per una infrastruttura critica come il Palazzo di giustizia, considerato da sempre obiettivo a rischio.

Ad implodere è stato il servizio di «voip», ovvero di telefonia digitale, che è stato introdotto pochi anni fa in tribunale. Di fatto, gli utenti non comunicano tra loro attraverso le normali connessioni della rete telefonica ma utilizzando Internet. Una modernizzazione a fini essenzialmente di risparmio che ha però messo in mostra tutta la sua fragilità e ha sollevato interrogativi allarmanti: se a essere vulnerabile è la struttura informatica, allora avrebbe potuta andare in crash non solo il sistema delle comunicazioni a voce ma l'intera rete di computer collegati che ospita il lavoro (e i dati sensibili o segreti) del Palazzo di giustizia.

A venire messa in discussione dall'episodio è per l'ennesima volta la gestione contraddittoria delle spese per il palazzo di giustizia: non ci sono i soldi per fare funzionare i telefoni ma ci sono per centinaia di schermi vuoti perennemente accesi; mancano i fondi per mettere in sicurezza le balaustre da cui è precipitato recentemente un avvocato ma non quelli per riempire di telecamere aule e corridoio.

E qualche ironia ha suscitato nei giorni scorsi l'acquisto di trenta ficus ornamentali.

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