Cronaca locale

«Emilia» Lazzarini strappa gli applausi

Mimmo di Marzio

Una straordinaria Giulia Lazzarini calca in questi giorni le scene del Piccolo Teatro Grassi nel ruolo di «Emilia», un'anziana tata che ritrova dopo anni e per puro caso l'oggetto quasi inconsapevole della sua dedizione. L'ex bambino Walter è ormai un uomo fatto e «arrivato», riabbraccia commosso l'unica persona che sia veramente occupata amorevolmente di lui e, in una sorta di nemesi catartica, la accoglie tra le mura della sua nuova famiglia che ora lo vede in veste di pater familias. L'anziana donna, che ormai vive alle soglie della povertà, accetta di buon grado l'invito a tornare al fianco del «suo bambino», ma il quadretto domestico rivelerà ben presto il suo lato oscuro, denso di fantasmi e, direbbe Mara Selvini Palazzoli, giochi psicotici in famiglia. Emilia diventa l'epicentro e l'ago della bilancia di questa favola noir contemporanea scritta e diretta dal drammaturgo argentino Claudio Tolcachir che, ricorda, ha tratto spunto da un episodio della sua vita realmente accaduto. A lui e ovviamente agli attori - Lazzarini in testa - va il merito di aver costruito un impianto narrativo che, tra sottotesti e continui flashback, tiene sempre alti ritmo e pathos, in una tensione crescente che pare sempre presagire un drammatico epilogo. Il caos scenografico voluto sulla scena è in osmosi con il caos interno di sentimenti e relazioni e tengono lo spettatore con il fiato sospeso proprio perchè l'autore riesce quasi sempre a toccare temi universali come la paura della solitudine, l'incomunicabilità e archetipi dell'inconscio collettivo come l'amore edipico.

E l'opera tocca la perfezione grazie al notevole livello recitativo della protagonista, ottimamente affiancata dai bravi attori Sergio Romano, Pia Lanciotti, Josafat Vagni e Paolo Mazzarelli.

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