Cronaca locale

Espulso ma sposato dal Comune Doppia interrogazione della Lega

Morelli porta anche in Parlamento la vicenda del marocchino

Espulso ma sposato dal Comune Doppia interrogazione della Lega

«I milanesi scoprono oggi che un immigrato clandestino pregiudicato, già espulso e rientrato in Italia, eviterà una nuova espulsione grazie a un matrimonio contratto con una cittadina italiana in questi mesi. Per capire come tutto questo sia stato possibile ho già presentato un'interrogazione in Comune ed una in Parlamento». Così l'onorevole e capogruppo della Lega in Comune Alessandro Morelli interviene sul caso, anticipato dal Giornale, di un l marocchino che per evitare l'espulsione ha presentato il certificato di matrimonio, registrato presso gli uffici dell'Anagrafe anche se l'extracomunitario doveva semmai essere segnalato per la presenza irregolare sul suolo italiano. «Stupisce - ha scritto non a caso il giudice in un passaggio della sentenza - sul piano dell'efficienza del controllo amministrativo interno come sua possibile consentire il matrimonio ad un soggetto che si trova in una evidente situazione di antigiuridicità», Una stoccata al Comune. A cui segue l'affondo dell'esponente leghista. «Leggendo articoli della stampa odierna - ha affermato ieri Morelli - scopriamo infatti che l'efficienza degli uffici comunali per quanto riguarda multe, verifiche e balzelli a danno dei milanesi, mentre veniamo a sapere che un pregiudicato magrebino, già espulso, ha avuto tutto il tempo di rivalicare i confini illegalmente e di evitare future espulsioni sposando una donna italiana. Un fatto che gli permetterà di accedere direttamente alla cittadinanza». L'interrogazione depositata in Comune serve dunque a «comprendere come possano verificarsi falle così gravi, che forse possono essere allargate a tutte le richieste fatte da immigrati per accedere a servizi e bonus pubblici». Quella in Parlamento invece punta a capire «se sono previste conseguenze dovute a una tale carente fase di controlli.

Indicative su tutto sono le parole del giudice che ha stigmatizzato i controlli inefficaci su una tematica tanto sensibile».

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