Cronaca locale

La farmacia Caiazzo ancora sotto sequestro per truffe sui farmaci

Dopo essere stata scagionata dai rapporti con la 'ndrangheta, ora la chiusura dei Nas

La farmacia Caiazzo ancora sotto sequestro per truffe sui farmaci

Chiusa d'autorità, riaperta, risequestrata; indicata come terminale dei capitali della 'ndrangheta, salvo poi vedere il presunto boss assolto con formula piena e venire retrocessa a semplice crocevia di truffe. Nei suoi 111 anni di vita, la vecchia farmacia di piazza Caiazzo mai avrebbe pensato di finire al centro di un caso giudiziario in cui si incrociano le verità più disparate. Da venerdì, le saracinesche della «Farmacia Caiazzo» sono tornate ad abbassarsi e su di esse è apparso il sigillo dei carabinieri del Nas: la farmacia è sequestrata per ordine della magistratura». Ma non è detto che sia l'ultima puntata della telenovela. Anzi.

Nel sequestro eseguito venerdì, firmato dal gip Manuela Cannavale su richiesta del pm David Monti, di 'ndrangheta e di riciclaggio non si parla: la farmacia viene sequestrata perché sarebbe il terminale di un giro di farmaci comprati sottocosto in Italia, fingendo che fossero destinati agli ospedali e poi riveduti in mezzo mondo, dall'Iran alla Cina. Ma si parla anche di scontrini distribuiti in giro per consentire ai destinatari di detrarli dal 730: tra questi, oltre che della «Caiazzo» ci sono secondo il decreto anche scontrini di altre due note farmacie, la «Formaggia» di corso Buenos Aires e la «Farini» della via omonima.

Accuse serie, come si vede, ma distanti dai giri di criminalità organizzata evocati dalle prime notizie sulla «Caiazzo». Anche l'indagine sulle truffe, in realtà, è vecchia di oltre un anno. E paradossalmente il sequestro scatta ora perché le accuse di mafia si stanno ridimensionando: il Tar in luglio ha sospeso l'interdittiva antimafia disposta dalla Prefettura, permettendo così la riapertura della farmacia. Per questo «vi è un elevatissimo pericolo che la libera disponibilità della farmacia e del deposito connesso comporti la ripresa della attività illecita ampiamente descritta», scrive il giudice nel provvedimento di sequestro.

Il pm Monti accusa il titolare della farmacia, Giammassimo Giampaolo, di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Tra i membri del sodalizio criminoso, secondo il pm c'è anche un carabiniere per molti anni in servizio allo stesso reparto che ha condotto le indagini, il Nas (Nucleo antisofisticazioni e sanità): il militare, Giulio Forte, avrebbe messo la sua esperienza al servizio di Giampaolo e degli altri ideatori della truffa, istruendoli (senza molto successo, si direbbe) su come schivare le indagini a loro carico.

Tra le aziende vittime della truffa ci sono colossi del settore come Glaxo, Bayer, Roche, Pfizer. Nessuna delle aziende risulta per ora avere sporto denuncia, ma a subire le conseguenze del «sistema Caiazzo» c'è secondo il giudice anche la sanità pubblica, «perché privata di farmaci sul territorio essenziali per le cure umane».

Nel frattempo, anche se nell'ordinanza si afferma il contrario, tutti gli indagati - compreso Giampaolo e il carabiniere Forte - sono tornati a piede libero.

Ma per il giudice non c'è dubbio che se tornassero in possesso della farmacia tornerebbero a delinquere. «Il pericolo di reiterazione dei reati è pressoché una certezza», scrive il gip nel provvedimento.

Nel frattempo la Procura distrettuale antimafia - che pare non abbia condiviso l'iniziativa del pm Monti - si prepara a impugnare la sentenza che la scorsa settimana ha assolto il calabrese Giuseppe Strangio, accusato di avere riciclato nella «Caiazzo» i soldi dei clan.

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