Cronaca locale

"Fatti gravi e del tutto eccezionali ma i milanesi collaborano con noi"

Il comandante provinciale dell'Arma sulla serie di accoltellamenti

"Fatti gravi e del tutto eccezionali ma i milanesi collaborano con noi"

«Penso che Milano abbia delle forze di polizia efficienti e costantemente in contatto tra loro. Che lavorano in sinergia con la volontà di condividere le strategie e ridurre al massimo i rischi. I fatti dell'altra notte sono eventi di assoluta eccezionalità, peraltro contestati nell'immediatezza: con un grande sforzo investigativo i colpevoli sono stati catturati in poche ore».

Da settembre il colonnello Luca De Marchis è il comandante provinciale dei carabinieri di Milano. L'arresto dei nordafricani autori di quella che è stata chiamata «la scia di sangue» della notte tra giovedì e venerdì tra Cinisello Balsamo e Milano, è senz'altro l'evento più violento della cronaca «di strada» accaduto in città da quando l'ufficiale si trova ai vertici di via della Moscova.

Stessa regia a quattro mani, un misto tra freddezza e (forse) incoscienza che non si notavano da un pezzo tra i criminali cosiddetti «comuni», una serie di reati feroci che rischiavano di continuare se i carabinieri del nucleo investigativo non avessero arrestato subito gli autori.

«Sì. Di solito le armi vengono utilizzate solo qualora la vittima opponga resistenza, mentre durante queste rapine i passanti sono stati aggrediti fisicamente prima ancora che avessero il tempo di rendersi conto di quanto stava accadendo».

Cosa hanno detto i nordafricani una volta sentiti in caserma a loro discolpa?

«Dopo aver constatato che non fossero sotto l'effetto di alcol o di stupefacenti, abbiamo ascoltato le loro confessioni. Si sono dichiarati colpevoli, ma hanno specificato che, nonostante l'indole particolarmente violenta di quella notte, non avevano mai avuto l'intenzione di uccidere. Certo, dopo aver sferrato coltellate di quel tenore alle persone...».

Una ferocia cieca e spostamenti velocissimi.

«Secondo i tempi calcolati attraverso le immagini di videosorveglianza dall'aggressione della ragazza in via Gaffurio all'omicidio di Settembrini sono trascorsi un minuto e 56 secondi appena».

Parlare di una Milano sicura o insicura le sembra inappropriato ora?

«Non se ne può fare a meno. Ma ripeto: si tratta di episodi di eccezionale gravità. I milanesi hanno fatto loro il concetto di sicurezza partecipata e collaborano moltissimo con le forze dell'ordine; anche il Comune siede con noi e la questura al tavolo in prefettura, condividiamo le strategie da mettere in campo, il prefetto Luciana Lamorgese è sempre sul pezzo. Milano è una metropoli e ha le sue complessità. È stato fatto tanto e faremo ancora tantissimo, la volontà è immensa.

Ricordiamo però anche che la delittuosità zero non esiste».

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