Cronaca locale

Via Fava: rapine, degrado e occupazioni

I residenti: «Questa era una zona bellissima, ora siamo prigionieri in casa nostra»

Chi dice che Milano è una città sicura, afferma il falso. Chiedete agli abitanti di via Fava e dintorni, che ogni giorno vivono nell'angoscia di subire furti in casa, rapine ed aggressioni. «Questa era una zona bellissima – ci dice Samuele Piscina, consigliere della Lega in Zona 2 – ora siamo prigionieri in casa nostra». Da quando l'ex sede de «Il Giorno» è stata abbandonata, il degrado ha infettato tutto il quartiere. La sera si vedono candele accese all'interno dello stabile e le finestre dei piani vengono aperte e chiuse ripetutamente. Prove, queste, che all'interno qualcuno ci abita: la palazzina, infatti, è ormai la casa di sbandati e immigrati. Da una delle finestre una persona si affaccia per lavarsi il volto.

Decidiamo allora di entrare per vedere cosa succede nell'area proprietà della società «TarvisioSrl», lì dove né la vigilanza né la polizia entra ormai da tempo. Mentre superiamo la recinzione da uno dei tanti buchi aperti, due immigrati scappano dal lato opposto del palazzo. All'interno c'è di tutto: siringhe, refurtiva (portafogli e cavi di rame) e tutto l'occorrente per vivere. Ci sono anche abiti stesi al sole, due stanze da letto al piano terra e altre ai piani superiori.

Per entrare nelle sale interne è sufficiente raggiungere il tetto dell'ex stamperia: un cavo permette di calarsi e poi risalire dai terrazzi, una sorta di percorso studiato che collega diversi piani della palazzina. In una delle stanze sono stati costruiti tavoli e panche con materiali di fortuna. I fuggitivi vivono qua e stavano cucinando: hanno lasciato il pranzo sul fuoco.

Illegalità e degrado. Sono queste le parole che da anni assillano i cittadini: la piscina dei condomini della zona, per esempio, è stata più volte usata dai balordi per lavarsi.

Nessuna delle persone scese in strada a raccontare le loro storie vuole farsi riprendere: «Abbiamo paura di ritorsioni – ci dicono ­ qui da un po' non si vive tranquilli». Ormai sono prigionieri in casa loro.

Sul sito de ilGiornale.it

le immagini e i video della casa occupata

Commenti