Cronaca locale

«Finalmente dei giudici hanno letto le carte»

«Come si dice in questi casi? Evidentemente c'è un giudice a Berlino». Dal seminterrato di via Nearco dove vive con la moglie, la voce di Rocco Papalia arriva cavernosa e allegra.

La Corte d'appello ha stabilito che lei non è più un pericolo per la collettività. Possiamo stare tranquilli?

«Era ora, direi. Ho fatto venticinque anni di carcere, tutte le relazioni degli agenti di custodia durante il carcere e durante i permessi erano positive. Ho pagato il mio conto, sono uscito, ma evidentemente a qualcuno non bastava».

Come si spiega l'allarme suscitato dalla sua scarcerazione, è tornato Papalia"?

«Tutto nasce da quell'associazione antimafia, Libera, che ha bisogno di finanziamenti e allora vuole fare vedere che esiste. E con chi se la prendono? Con me».

Converrà che Buccinasco ha una brutta fama, e che lei ne è diventato il simbolo negativo.

«La fama di Buccinasco è immeritata. Va bene, ci abiterà qualche pregiudicato. Ma qui la mafia non è mai esistita. Ci sarà stato qualche furtarello, come dappertutto. Ma di grave non è mai successo niente».

Insomma... Quando a Milano venne rapita Alessandra Sgarella, la tennero prigioniera in una buca proprio a Buccinasco.

«Vero. Ma quando è successo, i Papalia erano in carcere già da cinque anni. E quando hanno arrestato delle persone per quel reato, si è visto che era tutta gente che con noi non aveva niente a che fare. Gente sparpagliata, di Oppido, di Carile, di San Luca».

E adesso che è del tutto libero cosa farà?

«Io ho sempre lavorato, avevo una ditta che lavorava tanto, facevamo i cantieri anche dentro le caserme dei carabinieri. Adesso non è più possibile. Allora il mio primo obiettivo è essere lasciato in pace, farmi i fatti miei. Comunque del tutto libero non sono, perchè ho ancora i tre anni di vigilata che mi hanno dato con la sentenza. Questi cinque me li hanno tolti, perché finalmente ho trovato dei giudici che hanno letto le carte. Spero che anche al tribunale di sorveglianza facciano lo stesso, e capiscano che Rocco Papalia non è più il Rocco degli anni Settanta».

LF

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