Cronaca locale

«Finché le gru sono in piedi, siamo in alto mare»

«Finché le gru sono in piedi, siamo in alto mare»

Giuseppe Sala e le gru, una storia assai meno divertente di quella raccontata nel Decamerone da Boccaccio, protagonista il cuoco Chichibio e il suo padrone Currado. Anche perché se lì c'erano degli uccelli da cucinare, qui ci sono alti «obelischi» in metallo che svettano nel cantiere dell'Esposizione Universale. Brutto indizio di quanto i lavori per Expo siano indietro. Come ben sa qualsiasi capo mastro infatti fino a quando sono in funzione, significa che i lavori del «grezzo» sono ancora in corso. Poi ci sono le finiture. Dunque ulteriore conferma che al giorno stabilito per l'apertura, il completamento delle opere dell'Esposizione universale sarà ancora da venire.

L'area scelta per il grande evento sembra sempre più un alveare in cui uomini, in queste giorni hanno passato quota 7mila, e macchine si muovono febbrili per arrivare in tempo al 1° maggio quando capi di Stato e Governo di mezzo mondo si accoderanno ai nostri vertici istituzionali per il taglio del nastro. Con il rischio, anzi la sicurezza, di trovare ancora appeso in molte parti il cartello «lavori in corso». Basta un giro fuori dal cantiere e due chiacchiere con gli operai per sentire lo stesso mantra «Non ce la faremo mai». Indicando anche la data più probabile di conclusione lavori: il 20 maggio. E qualcuno indica come prova la foresta di gru stagliate contro il cielo di Bollate. «Vede - spiega un esperto muratore bergamasco - le gru servono per tirar su i carichi pesanti, necessari per realizzare le opere murarie. Solo quando sono finite si possono smontare, e si può passare alla fase di finitura. Morale: fino a quando le vede, significa che mancano ancora diverse settimane». Vale a dire il tempo per installare porte, finestre, infissi vari, completare gli arredi, insomma quanto trasforma un cubo di mattoni in un padiglione da Esposizione internazionale. Senza contare che, spiega sempre il nostro «consulente», bisogna pur rimuovere la struttura. «Per smontare una gru ci vuole almeno un giorno, non le tiri giù in pochi minuti. Poi bisogna provvedere a portarla via, significa caricare diversi autotreni, perché c'è la parte metallica, la zavorra, insomma sono tonnellate e tonnellate di materiale, praticamente un convoglio di Tir. Quindi bisogna programmare anche all'uscita ordinata di tutti mezzi, non è che possano sparire per incanto tutte in un giorno».

Nel racconto di Boccaccio infatti il ricco banchiere Currado per dimostrare al suo cuoco Chichibio che le gru hanno due gambe, e non solo quella su cui si appoggiano quando dormono, si lancia sugli uccellini gridando. E questi si levano in volo, sparendo in pochi istanti.

Ma per far sparire le gru dal cantiere di Expo, il commissario unico Giuseppe Sala avrà ben altro da fare che entrare nel cantiere gridando.

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