Cronaca locale

Foibe, imbarazzo del Comune Fdi: "Si scusi o manifestiamo"

Nessuna spiegazione fornita sullo stop alla cerimonia Fratelli d'Italia: «Gesto odioso, ora il sindaco chiarisca»

Foibe, imbarazzo del Comune Fdi: "Si scusi o manifestiamo"

Alberto Giannoni

Chi e perché ha fermato l'intitolazione del giardino a Norma Cossetto? Per quale motivo non è stato comunicato niente di ufficiale al Municipio che aveva condiviso quella scelta firmando una convenzione e approvando una delibera fin da aprile? Queste sono le principali domande che emergono sul caso di via Einstein raccontato dal Giornale nei giorni scorsi. Ma altri punti devono essere chiariti: perché lo stop è stato deciso all'ultimo momento, cioè alla viglia della cerimonia, quando l'iter era partito da 8 mesi ed era stato costantemente comunicato a Palazzo Marino? E soprattutto, non c'era una modalità meno offensiva per intervenire? Era necessario questo intervento oltraggioso e maldestro? Era necessario apporre del nastro isolante sulla targa per coprire il nome di Norma Cossetto, 23enne italiana infoibata nel 1943, medaglia d'oro al valore civile del Quirinale?

Il Comune dovrebbe dare delle risposta per chiarire quello che è accaduto giovedì. Dovrebbe farlo non solo e non tanto per andare incontro ai partiti di opposizione che lo chiedono. Dovrebbe farlo non solo e non tanto per ragioni di correttezza istituzionale nei confronti del Municipio, che da febbraio sta lavorando su questo con passaggi istituzionali che sono stati resi pubblici e trasparenti, vidimati come sempre accade da un funzionario del Comune e trasmessi a Palazzo Marino, che non ha adottato alcun atto ufficiale sull'oggetto. Dovrebbe chiarire, il Comune, soprattutto per il rispetto che deve ai cittadini e alle famiglie degli esuli, che - come scrisse il grande Indro Montanelli - «di tutti gli italiani erano i migliori». E molti ce ne sono anche a Milano. Sul caso, il presidente del Municipio, Paolo Bassi (Lega) come suo costume, tiene una linea molto seria e rigorosa, anche per la figura in questione: «Norma Cossetto merita rispetto - dice - non si può usare come una clava contro qualcuno. Io ribadisco che abbiamo fatto tutto al meglio, in tanti mesi, senza nascondere niente: è tutto palese, tutto pubblico. Se ci fossero errori avrebbero potuto dircelo, siamo pronti ad ascoltare e soprattutto a leggere quando c'è qualcosa di nero su bianco». Bassi elegantemente indica il vero tallone d'Achille del Comune: il non aver comunicato ancora niente formalmente. «Al netto di tutto - dice il presidente di Zona - nel giardino ci sono i cartelli già pronti, credo che il Comune farebbe bella figura a togliere quel nastro, a dare il via libera. La storia delle foibe non è abbastanza conosciuta, questa iniziativa non faceva altro che bene».

Il centrodestra in Zona è compatto: «Perché boicottare la scelta del Municipio 4? - chiede il presidente di commissione Francesco Rocca (Fdi) - i martiri delle foibe sono ancora scomodi a sinistra? Chiediamo al sindaco Sala di poter inaugurare con una cerimonia istituzionale il giardino a Norma Cossetto, dando un forte segnale di condivisione della memoria; non esistono morti di serie A e di serie B».

Proprio Fdi ha già annunciato che non intende mollare. «Andrà fino in fondo a questo scempio» ha annunciato subito la presidente Giorgia Meloni. E la coordinatrice regionale Daniela Santanchè attacca: «Questa Sala ce la deve spiegare. Non si cancella Norma Cossetto, non si cancellano le foibe, i morti, le atrocità. Non ci fermeremo». Anche il coordinamento milanese vuole dare battaglia sul caso: «Il sindaco chiarisca e si assuma la responsabilità di quanto fatto» dice il coordinatore Riccardo Truppo, che definisce l'intervento sulla targa «un gesto di grave ignoranza: ignoranza storica sui fatti, ignoranza emotiva per quanto ancora rappresenta per tante famiglie che hanno vissuto la tragedia delle foibe e dell'invasione partigiana comunista di Tito».

«Aspettiamo entro pochi giorni che a questo gesto improprio segua una spiegazione - conclude - Siamo pronti a manifestare in piazza fino a che non si chiarisca l'accaduto».

Commenti