Cronaca locale

Fuga del ladro di bolidi: muore nella sparatoria per un colpo accidentale

L'uomo è scappato a piedi e ha aperto il fuoco Il proiettile fatale è partito dalla sua stessa arma

Cristina Bassi

È finito tragicamente, con un colpo di pistola accidentale che ha ucciso un ladro d'auto, l'inseguimento di carabinieri e polizia stradale ieri all'alba. L'uomo è un cittadino albanese di 27 anni, Tafaj Besnik, pluripregiudicato per furto e rapina. Era irregolare in Italia ed è stato identificato in serata grazie alle impronte digitali. Viveva nel Bresciano ed era tenuto d'occhio dalle forze dell'ordine, perché sospettato di far parte di una banda internazionale di ladri specializzati in auto di lusso.

La ricostruzione dei fatti è affidata ai carabinieri del Comando provinciale e della compagnia di San Donato. Secondo i primi dati, la corsa del ladro è terminata alle 6 a Peschiera Borromeo, alle porte di Milano. Ma era cominciata a Brescia, circa cento chilometri prima. I militari e gli agenti della Stradale, impegnati insieme in un'indagine sui furti di «super car», stavano pedinando il giovane a distanza. Era a bordo di un'Audi A8 rubata qualche giorno fa a Casalmaggiore, vicino a Cremona, e ha imboccato a forte velocità l'autostrada per Milano. Arrivato a Peschiera, ha parcheggiato in via Di Vittorio davanti a un locale ed è andato verso un'Audi A6 sempre rubata, questa volta a Caravaggio in provincia di Bergamo. Proprio in quel momento carabinieri e agenti hanno cominciato a inseguirlo. Lui è scappato a piedi verso via XXV Aprile e nella strada fortunatamente semi deserta ha sparato quattro colpi di pistola contro le forze dell'ordine. Che non hanno risposto al fuoco.

Lungo la propria fuga Besnik ha bloccato un furgone di passaggio con due persone a bordo, cercando di farselo consegnare per scappare. Ha minacciato gli occupanti con l'arma, ma poi si è accorto che carabinieri e poliziotti erano troppo vicini e ha desistito. Continuando a correre per quasi un chilometro, è inciampato e un quinto proiettile partito per sbaglio dalla sua pistola l'ha colpito sotto il mento. Tanto che inizialmente i paramedici intervenuti hanno pensato che si trattasse di un suicidio. I soccorsi immediati e l'arrivo dell'ambulanza sono stati inutili: il fuggitivo è morto subito. Nessuno degli inseguitori è rimasto ferito.

Il pm di turno, Bianca Maria Eugenia Baj Macario, è arrivata sul posto per un sopralluogo. Sono stati disposti i rilievi del caso e l'esame balistico. Intanto è emerso che la pistola dello straniero, una Beretta 84, era stata rubata all'inizio di giugno nell'appartamento di un agente della polizia locale di Milano. Il furto era stato regolarmente denunciato. Gli investigatori sono al lavoro per ricostruire nei dettagli l'accaduto e per capire se insieme all'albanese morto ci fosse qualcuno dei suoi complici. «Solidarietà incondizionata agli uomini delle forze dell'ordine - afferma l'assessore al Territorio della Regione Lombardia Viviana Beccalossi -, che svolgono il loro compito per garantire la nostra sicurezza, anche a costo di farsi sparare addosso come è accaduto a Milano.

Carabinieri e agenti di polizia hanno dimostrato quanto fondamentale sia il loro lavoro che paradossalmente, in un momento in cui dovrebbe occupare il primo posto tra le priorità del governo, sono costretti a svolgere in condizioni sempre più difficili».

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