Cronaca locale

Fugge saltando dal balcone: "L'ho fatto solo per amore"

La studentessa 18enne era in castigo e non poteva uscire di casa per vedere il fidanzatino coetaneo

Fugge saltando dal balcone: "L'ho fatto solo per amore"

Lui l'aspettava sotto casa. E lei, pur di raggiungerlo, non ha esitato a saltare dal balcone di casa - un appartamento al primo piano - rovinando sul marciapiede della via principale per rimediare una (molto poco romantica) escoriazione a un ginocchio e la slogatura della caviglia. A 18 anni può capitare. In particolare se gli ardori giovanili vengono imbrigliati da una punizione che costringe l'amato bene a non uscire di casa per un po'.

I sanitari del 118 e la pattuglia della polizia giunte ieri sul posto, in zona Comasina, qualche minuto prima delle 14, sulle proprie relazioni non hanno esitato a definirla «tentativo di fuga d'amore». Una precisazione insolita. Perché i cosiddetti «operanti» - cioè coloro che intervengono concretamente in un determinato avvenimento - non sono interessati agli aspetti privati di determinati eventi, almeno quando non è strettamente necessario. E quello di ieri poteva essere semplicemente uno dei tanti incidenti o delle numerose cadute. Quella di una ragazza di 18 anni finita poi in codice giallo all'ospedale Sacco per le cure del caso.

La studentessa ferita, però, pare ci abbia tenuto a precisare davanti a volontari del pronto intervento e poliziotti di non essersi voluta buttare in preda alla disperazione e, peraltro, da un'altezza di appena cinque metri, per mettere in atto un gesto che più che dolorose e durature seccature non avrebbe potuto provocarle. Ha raccontato così quel che era successo, la verità. E cioè che i genitori l'avevano messa «in punizione» impedendole di fare probabilmente ciò a cui teneva maggiormente, incontrare il suo ragazzo, un coetaneo anche lui studente.

Non è dato sapere le ragioni che hanno spinto mamma e papà a infliggerle il castigo. Non si sa se si tratti di uno scarso rendimento scolastico, piuttosto di qualche intemperanza e ignoriamo da quanto tempo durassero questi «arresti domiciliari» e se fossero accompagnati anche dalla proibizione di utilizzare il telefonino o altro. Lei non ha gradito. E ieri, subito dopo pranzo, ha pensato di ribellarsi, per mettere fine a quello che deve esserle sembrato un ingiusto tormento. All'arrivo dell'ambulanza e della «Volante» in strada c'era anche il fidanzato. Che non dimenticherà la determinazione della sua ragazza. In un universo così virtuale, chi cerca di fuggire per amore con mezzi tanto rocamboleschi, merita rispetto.

E perché no, un pizzico di ammirazione.

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