Cronaca locale

Fuori Tono

La miglior «recensione» in questi casi, ma non solo, la fanno gli addetti ai lavori. Quando senti dire «Tutino scrive che...», «bello il libro di Tutino», e ancora «ma guarda questo collega», ça va sans dire, Tutino, con il suo primo tomo, ha fatto centro.

Stiamo parlando della sua ultima fatica letteraria: «Il mestiere dell'aria che vibra» (Ponte delle Grazie). Scampoli di esistenza, la sua - una lunga storia personale di opere sinfoniche e da Camera, musica per il teatro e incarichi presso enti -: nel libro racconta la passione per il proprio lavoro, l'iter per comporre le sue opere e il mondo del teatro, i suoi retroscena.

Bello il momento zero sulla rampa di lancio, ovvero l'istante della «folgorazione». Riferisce che il momento in cui ha deciso di diventare un musicista è stato negli anni Settanta, quando al Teatro della Scala ha assistito all'opera Il ballo in maschera di Giuseppe Verdi. Oggi Tutino insegna al Conservatorio di Milano. Il suo libro è una storia in cui in tanti si possono vedere, rivedere e rispecchiare, ovvio con accadimenti diversi ma con tensioni e desideri similari. Interessanti le sue opinioni sulle avanguardie.

Lui fa parte degli «altri», della corrente cosiddetta neoromantica o neo-tonale.

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