Cronaca locale

Fuori Tono

L'occasione per sentire le voci compositive dell'Estonia, nazione baltica confinante con Russia e Lettonia - e via mare Svezia e Finlandia - si è già avuta il settembre scorso, a Milano. Precisamente durante il festival MiTo nella chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia. In quell'occasione sono stati eseguiti, dalla Tallin Chamber e dal Philharmonic Choir, musiche di Pärt e Korvits. Quest'oggi un nuovo appuntamento della rassegna «In Cooperativa per Amare la Musica» con il Paese nordico - stavolta allo Spazio Teatro 89 dalle ore 17 (via Fratelli Zoia 89 a Milano) - per festeggiare il centenario della sua prima indipendenza.

Incontro musicale con anche, ma non solo, alcuni musicisti del Teatro nazionale e dell'Accademia di musica di Tallinn. Previste pagine di Tchaikovsky, Rachmaninov e Wagner; ma anche Saar, Aavik, Kaumann, Tubin, Korvits (già sentito appunto l'autunno 2017) e Raats. Ad eseguire i brani saranno il soprano Heli Veskus e i pianisti Tarmo Eespere e Johan Randvere. L'evento si intitola «Singing Revolution» e non a caso: liberarsi (anche) cantando. Questa è stata la «Rivoluzione cantata», definizione coniata dall'attivista estone Heinz Valk nel 1988, che vide protagoniste le popolazioni delle tre Repubbliche baltiche - Lituania, Lettonia e appunto Estonia - alla fine degli anni Ottanta, quando la crisi dell'Unione Sovietica favorì la loro indipendenza, una rivoluzione culturale, musicale. In questi decenni hanno preso piede linguaggi compositivi come il post-spettralismo e il neo-modalismo.

Una ventata di freschezza che nel resto mondo è stata accolta con molto interesse.

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