Cronaca locale

Galleria, giunta azzeccagarbugli

Sala contesta il giudice del Tar. E la gestione va avanti a cause

Lo aveva anticipato il sindaco e la giunta ieri ha votato il ricorso al Consiglio di Stato per contestare il Tar sull'affaire Galleria. Mercoledì scorso il presidente della quarta sezione Angelo Gabbricci ha firmato la sentenza che accoglie i ricorsi presentati dal ristorante «il Salotto» e «Locanda del Gatto Rosso» contro il mancato rinnovo del contratto che la giunta Pisapia aveva approvato nel novembre 2015. Una delibera poi non applicata (ma neanche ritirata) dopo un parere dell'Anac che indicava l'asta pubblica come via maestra. La sentenza ha annullato «per contagio» il successivo bando di gara e l'assegnazione provvisoria degli spazi a società diverse dagli inquilini. Il sindaco e gli assessori ieri hanno discusso a lungo del caso, sottolineando un aspetto che l'Avvocatura userà in fase di difesa. Gabbricci è lo stesso presidente del Tar che nel 2016 ha firmato la sentenza salva-Savini, riconoscendo che per il ristorante «sussistono oggettive peculiarità che consentono di derogare al principio della gara pubblica» ma ha respinto i ricorsi fotocopia di Gatto Rosso e Salotto. «Adesso possono rimanere senza gara? Ci dicano a quali sentenze attenerci e se il parere dell'Anac ha o non ha valore» la posizione della giunta.

La verità è che una gestione da azzeccagarbugli della Galleria non può durare a lungo. Tra ricorsi al Tar, Consiglio di Stato e addirittura al presidente della Repubblica Sergio Mattarella (lo ha presentato la gioielleria «Currado», che ha il contratto in scadenza il 17 gennaio e contesta il bando lanciato un paio di giorni fa) è già un ginepraio. La battaglia legale intanto ha congelato per un anno la gara per «Gatto rosso» e «Salotto» e ha fatto scaturire un ricorso contro il rinnovo senza gara al «Camparino». Anche la gioielleria Leo Pizzo si è rivolta al Tar per bloccare l'assegnazione degli spazi all'argenteria Del Vallino. E la libreria Feltrinelli si è portata avanti: «scade» a metà giugno ma ha già depositato un ricorso. Nel 2018 terminano i contratti d'affitto di Nara Camiceria, Ristorante Galleria, boutique Fratelli Prada, Stefanel, nel 2019 tocca ad Armani e poi una ventina di scadenze nel 2020, da Tod's a Versace e Chanel (che ancora deve aprire). Per il centrodestra è ora di un regolamento ad hoc. Anche per evitare costosissime spese legali.

ChiCa

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