Cronaca locale

Giochi, mezzo sì del governo Milano-Cortina sulla rampa

Giorgetti: niente fondi ma sostegno alle Olimpiadi Lombardia e Veneto hanno i soldi, Torino non molla

Giochi, mezzo sì del governo Milano-Cortina sulla rampa

Non ci sono i soldi ma c’è il sostegno (almeno) formale del governo alla candidatura dell’Italia alle Olimpiadi invernali del 2026. Il Consiglio dei ministri si è riunito ieri sera fino a tardi, la linea la anticipa in mattinata dal sottosegretario alla presidenza con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti. «Il governo - ha risposto in Commissione alla Camera - ha esaminato il dossier della candidatura italiana ai Giochi» quello approvato dal Coni e che prevedeva il famoso tridente con Torino «con spirito olimpico, cercando di non dividere il Paese. Torino rilancia da sola Milano e Cortina dicono di volersi proporre assieme. L'atteggiamento del governo, è che questo tipo di proposte avranno il sostegno ma non dal punto di vista economico, dovranno sopperire da soli a tutte le esigenze organizzative e infrastrutturali». Ancora una volta è il gioco delle parti, lo Stato non vuole schierarsi apertamente coi governatori leghisti e contro la sindaca M5S Chiara Appendino, e passa la palla al Coni, anche se il messaggio è chiaro. «Il governo chiarisca una volte per tutte se intende mettere le risorse per finanziare l' evento. Se intendesse mettere le garanzie, la candidatura di Torino e le sue valli è la più sostenibile e meno costosa» ha rilanciato ieri Appendino, consapevole però di non avere l'autonomia finanziaria. Sembra più un tentativo di far saltare il banco. É molto più che un intendimento il dossier Milano-Cortina, il Coni lo ha presentato con le istituzioni al Cio a Losanna il 19 settembre, e Regione Lombardia e Veneto possono garantire la sostenibilità economica (circa 380 milioni di euro) anche senza l'aiuto dello Stato. Basta inserire il grande evento come priorità nel Documento di economia e finanza regionale che ogni anno aggiorna le linee programmatiche della giunta. E Milano ha l'appeal per attirare forti sponsor. Ieri è scesi in campo anche Assolombarda, Giorgetti puntualizza: «Le esigenze strutturali e organizzativa sono limitate e con riutilizzi successivi. Il villaggio olimpico a Milano? Diventerebbe campus studentesco, non soldi buttati». Al governatore Veneto Luca Zaia bastano le parole di Giorgetti, molto prima del Cdm, per «ringraziare il governo per il sostegno, ora la candidatura può diventare invincibile. Mettiamoci a lavorare pancia a terra verso l'obbiettivo finale». In Lombardia Attilio Fontana avverte: «Sarebbe opportuno che Appendino rinunciasse, che facesse il sacrificio che ha fatto Milano all'inizio quando si era candidata da sola e per il bene dell'Italia ha aderito alla richiesta di andare in tre. A questo punto serve un voto del Coni, non è mai bello che ci siano due proposte per il Paese». Il dietrofront è una «richiesta irricevibile e arrogante, si ritiri Milano» ribatte Appendino.

Prudente già in mattinata il sindaco Beppe Sala: «Stasera (ieri, ndr.) c'è un Cdm, visto che a breve la delegazione del Coni partirà per presentare il dossier a Buenos Aires», il 3-4 ottobre c'è l'esecutivo del Cio, l'8-9 la sessione per decidere la rosa dei candidati, «dovranno dire in modo inequivocabile con che opzione in tasca si va. Le nostre Regioni sono disponibili a garantire. Noi siamo pronti ma senza l'ok del governo non si può fare». Il sì ai Giochi c'è, parte la corsa contro il tempo per convincere Torino al dietrofront.

ChiCa

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