Cronaca locale

Una «Gioconda» dialoga con Hayez

Il meraviglioso dipinto di Ingres accanto ai ritratti di metà '800

Francesca Amè

Nuovo dialogo alla Pinacoteca di Brera. I numeri sono sempre simboli e questo settimo appuntamento, il confronto «Attorno a Ingres e Hayez. Sguardi diversi sulle donne di metà Ottocento» (fino al 20 gennaio), segna la fine e nuovo inizio. Si sono conclusi infatti i lavori di riallestimento, che hanno interessato i 38 spazi espositivi, a 3 anni esatti dall'arrivo del direttore Bradburne. Che cosa è cambiato? Tutto. I colori delle pareti ne sono l'aspetto più evidente, quello più sostanziale riguarda la fruibilità: quaranta nuove didascalie pensate per le famiglie, venti commenti d'autore, luci più calde nelle sale, ingresso e bookshop più accogliente, un laboratorio di restauro trasparente per capire come si tutela il patrimonio. E, soprattutto, la rinuncia a mostre temporanee a favore della valorizzazione della collezione permanente attraverso speciali occasioni: i dialoghi', appunto.

Dobbiamo attraversare la Pinacoteca per arrivare alle ultime due sale, la 37 e la 38, dedicate ai maestri della ritrattistica ottocentesca: per il Novecento bisogna aspettare quando (ancora non si sa) Palazzo Citterio sarà pronto ad accogliere la Grande Brera'. Per ora ci fermiamo a queste due sale rese di nuovo comunicanti, con eleganti pareti blu che esaltano le opere di Appiani, Bossi, Hayez, Molteni, Fattori, Lega. Siamo nell'area più «instagrammata» di Brera: qui si trova il celebre bacio di Hayez, davanti al quale scattano i selfie dei visitatori. Da giovedì, grazie alla cura di Isabella Marelli, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi, tre ospiti impreziosiscono l'ambiente, dialogando con «Ritratto di Teresa Manzoni» di Hayez. Sono il «Ritratto di Madame Gonse» di Jean-Auguste-Dominique Ingres, il «Ritratto di Selene Taccioli Ruga» di Francesco Hayez e il Ritratto di Anna Maria Virginia Buoni Bartolini di Lorenzo Bartolini. Un dialogo a quattro che è una riflessione sulla figura femminile a metà dell'Ottocento. Partiamo da Ingres: è la cosiddetta «Gioconda di Maontauban», arriva dal Musée Ingres da cui, ci assicura la direttrice Florence Viguier-Dutheil, non si allontana mai. Ora che il museo francese è in restauro, il magnifico dipinto è in prestito a Brera: è una «composizione musicale» dai volumi tondi, quasi tracciati col compasso. Se ne sta in buona compagnia tra la (malata) moglie del Manzoni e la giovane Selene Taccioli, di bellezza lunare: entrambi sono firmati da Hayez, perfetto cantore degli affetti della borghesia. Accanto, il busto che Bartolini amico di Ingres - dedicò alla moglie: un'opera intima, familiare. Il viaggio nella ritrattistica non si limita al dialogo in corso: in sala ci sono icone del romanticismo lombardo come «La Malinconia» di Hayez e «La derelitta» di Molteni. Sono le loro pose a salutarci prima dell'uscita, dove ci aspetta un'ultima novità. Ha aperto il Caffè Fernanda, dedicato a Fernanda Wittgens, che resse il museo negli anni Cinquanta.

È la prima caffetteria della storia di Brera.

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