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Giornalista di Sky arrestato perché omonimo di un membro di Al-Qaeda

Storia grottesca e anche drammatica quella che ha visto coinvolto il giornalista di Sky, Cheickh Ould Salek che è stato arrestato in Senegal perché omonimo di un terrorista di Aqmi evaso una settimana fa da un carcere di massima sicurezza in Mauritania

Giornalista di Sky arrestato perché omonimo di un membro di Al-Qaeda

Cheikh Ould Salek, è un giornalista mauritano che lavora per Sky News Arabia in Dubai. Cheikh Ould Salek però è anche il nome di un terrorista islamico, mauritano, membro di Al Qaeda nel Maghreb Islamico, che era stato arrestato nel 2011 per aver cercato di uccidere il presidente del suo Paese e che giusto una settimana fa è evaso dal carcere di massima sicurezza in cui era detenuto in attesa dell'esecuzione. E questa omonimia ha dato vita a una vicenda degna della commedia degli equivoci in chiave moderna, quelle in cui sbagliando si ''spara'', ma alla persona sbagliata.

Il giornalista il 3 gennaio si trovava a Dakar, capitale del Senegal, era a bordo del volo dell'Emirates che l'avrebbe portato a Dubai. L'aeroplano era in attesa del decollo, ma prima che si mettesse in moto gli uomini della polizia accerchiarono l'apparecchio e il reporter sentì gridare il suo nome, guardò fuori dell'oblò e si rese conto che qualcosa non stava andando nel verso giusto. In un'intervista ad Al Jazeera Cheickh Ould Salek ha raccontato ''Quando guardai fuori dal finestrino vidi più di 30 macchine della polizia coi lampeggianti accesi, decine di poliziotti e soldati che mi stavano aspettando, mi resi conto che c'era qualcosa di sbagliato. Ufficiali della polizia senegalese vennero a prendermi sull'aereo e mi scortarono fuori dall'apparecchio''. Una volta sceso dall'aereo il giornalista venne incappucciato, sentì le voci degli agenti dell'anti terrorismo che si complimentavano per il successo dell'arresto e solo una volta nell'ufficio della polizia, accerchiato e con il volto coperto, riuscì a dire che non era un terrorista ma un giornalista.

A quel punto gli agenti incominciarono a controllare il passaporto, il computer, sottoposero il giornalista a un interrogatorio serrato e gli fecero trascorrere una notte in carcere. All'indomani si presentarono gli uomini dei servizi dell'anti-terrorismo della Mauritania che fecero di nuovo un interrogatorio al cronista di Sky e solo dopo il loro intervento venne appurato che si trattava di un errore.

Sempre ad Al Jazeera Cheickh Ould Salek ha confidato: ''"Per tutto il tempo che venivo interrogato e che ero imprigionato - solo perché il mio nome era identico al nome di un pericoloso terrorista - la mia mente pensava alle tante persone innocenti che si sono perse nel pantano dello scambio di persona, ma non sono state così fortunate e hanno finito per essere incarcerate o addirittura uccise''.

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