Cronaca locale

«Un grande interprete della milanesità»

Le istituzioni e il Club Tenco lo ricordano: «È stato un pioniere del cabaret»

Diana Alfieri

Tutti ricordano il grande maestro Nanni Svampa. Manifestazioni di cordoglio anche dalle istituzioni e dai rappresentanti politici della Lombardia e della città. «Addio a Nanni Svampa, cantore pieno di ironia di una Milano dal volto umano». Così il presidente della Regione Roberto Maroni, sui suoi profili social ha salutato il grande attore scomparso sabato. Era un «ironico artista milanese, con lui perdiamo una delle voci più autentiche della canzone lombarda», così su Twitter il sindaco di Milano Giuseppe Sala. E ancora, il ricordo su Facebook di Cristina Cappellini, assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Regione: «Ci ha lasciato così, in una calda notte d'estate, a domandarci se saremo bravi a conservare e a tramandare la sua importante eredita». L'assessore lo ricorda ancora, «l'ultima volta dal vivo - recita ancora il post sul web - sul palco di Regione Lombardia, durante il Lombardia Expo Tour, al fianco di Davide Van De Sfroos e di tanti artisti, giovani e meno giovani, che ora hanno il dovere di raccogliere il testimone e portare avanti, con la musica e il teatro, l'identità culturale milanese e lombarda». Proprio come Nanni - si conclude il post - «ha fatto, magistralmente, in tutta la sua carriera». Insomma, la morte di Svampa ha colpito davvero tutti, tanta gente oltre ovviamente alle persone care tra familiari, amici, compagni di avventura e conoscenti.

La sua scomparsa colpisce profondamente pure Milano, «le cui tradizioni musicali sono state l'ossatura del suo pensiero critico e della sua ispirazione artistica - così in una nota di Palazzo Marino - La sua esperienza, attenta anche alle più piccole trasformazioni della società in cui viveva, ha saputo innovare linguaggi e sonorità - milanesi ma anche lombarde e francesi - adattandoli a un sentire moderno, impegnato, sempre attuale».

Rende omaggio il Club Tenco al «pioniere del cabaret nella seconda metà degli anni '60 all'interno dei Gufi (insieme a Roberto Brivio, Gianni Magni e Lino Patruno), sensibile autore e interprete solista dopo lo scioglimento del gruppo, geniale traduttore del repertorio di Brassens in dialetto meneghino, protagonista - come ricercatore ed esecutore - della Milanese, monumentale e completa antologia della canzone lombarda».

Nanni Svampa fu sempre grande amico del Club Tenco - presente due volte nel cartellone della Rassegna, nel 1976 e nel 1991 - e anche per questo, si legge in una nota: «teniamo in modo particolare a ricordarne le doti umane e artistiche non comuni».

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