Cronaca locale

Grande traffico di droga fra la Spagna e Milano Un doganiere il pusher

Tredici in manette: importavano hashish e marijuana. Arrestato dipendente pubblico

Cristina Bassi

L'essere un dipendente pubblico e l'avere pure un pass disabili per entrare in centro con la macchina gli permetteva di svolgere al meglio il secondo, illecito, lavoro. Fra gli arrestati dalla Procura per traffico di droga c'è anche un impiegato dell'Agenzia delle dogane (totalmente estranea alla vicenda).

In totale il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza, a partire dallo scorso aprile e in diverse tranche, ha arrestato 13 persone. Molti hanno precedenti penali legati agli stupefacenti. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal pm Angelo Renna. Il doganiere, Mauro Borghetto, ha problemi a camminare e sfruttava appunto il permesso per disabili per muoversi agevolmente in auto in città e fare il corriere della droga. Il suo ruolo è descritto dal gip nell'ordinanza di custodia cautelare. Faceva le consegne in centro, dove poteva anche parcheggiare liberamente, ed era «l'esecutore concreto della cessione» dello stupefacente. Indisturbato anche grazie al fatto che fosse «incensurato e insospettabile». Il funzionario 49enne è finito ai domiciliari. È accusato in particolare di aver custodito in casa sua e in un box che utilizzava più di 16 chili di hashish e quattro chili di marijuana. E di gestire «grandi quantità di droga».

L'organizzazione internazionale composta da italiani e sloveni in cui Borghetto era «ben inserito» aveva messo in piedi un traffico che attraversava diversi Paesi: oltre all'Italia, la Spagna, la Slovenia, la Croazia, la Germania. Il traffico riguardava principalmente hashish e marijuana provenienti dalla penisola iberica. Le indagini hanno portato al sequestro di oltre 300 chili di marijuana, 71 chili di hashish, 70 grammi di cocaina e di una pistola con matricola abrasa trovata in un box utilizzato da uno degli arrestati, Eduart Mecan.

Secondo quanto ricostruito dalle lunghe indagini, la droga veniva nascosta in doppifondi ricavati nei vani dei tir usati per trasportare altri tipi di merce in Italia. Poi veniva stoccata in alcuni garage nell'hinterland milanese e infine smerciata a Milano e provincia. All'inchiesta hanno collaborato lo Scico della Guardia di finanza, la polizia slovena e croata e le autorità tedesche. In Germania infatti sono stati individuati numerosi immobili a disposizione del gruppo criminale. Eduart Mecan è stato inoltre colpito da una misura di prevenzione, richiesta dalla Dda guidata da Alessandra Dolci ed emessa dalla Sezione presieduta da Fabio Roia.

Il Tribunale ha deciso un sequestro a suo carico di circa 100mila euro.

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