Cronaca locale

Il grattacielo occupato, un appello al ministro per sgomberare la torre

Gli occupanti avvertono le forze dell’ordine: "Non potete mandarci via". Il Pdl: "Il Comune interferisce. Ora basta"

Il grattacielo occupato, un appello al ministro per sgomberare la torre

«Il consiglio comunale con il cuore sta dalla nostra parte». Dice la ragazza che accompagna i visitatori fino al 23 esimo piano di Macao, il centro sociale più alto d’Italia. «Certo loro un po’ sono in imbarazzo perché ufficialmente non possono fare più di tanto, ma tifano per noi - racconta soddisfatta - tutti i consiglieri comunali chi di nascosto, chi meno sono venuti a trovarci. Lo sgombero? Non penso che alla fine lo faranno - ridacchia -. Ci hanno spiegato come difendere la nostra posizione, ci suggeriscono come muoverci, ci hanno dato gli appigli per scrivere la diffida». L’amministrazione Giano bifronte: da una parte i consiglieri lavorano nell’ombra per dare una mano e («il cuore») ai lavoratori dell’arte, dall’altra sindaco e assessori si producono in equilibrismi sul filo del rasoio per mantenere una parvenza di tutori della legalità. «Chi occupa commetterà sicuramente un reato, lo accerterà un giudice. Chi costruisce grattacieli per lasciarli vuoti in ogni caso ha sicuramente torto». Scrivono Luca Gibillini e Mirko Mazzali, avvocato e consigliere comunale di Sel.
Il Pdl è stanco di aspettare che il Comune si decida a far rispettare i diritti dei privati. «Siamo certi che il questore di fronte alle denunce della proprietà metta in atto lo sgombero, certo è - attacca Fabrizio De Pasquale, consigliere comunale - che se dovessero continuare le interferenze da parte dell’amministrazione locale con le forze dell’ordine per evitare lo sgombero, ci rivolgeremo al Ministro dell’Interno. L’inerzia del Comune è veramente impressionante. Non tollereremo un altro Leoncavallo».
Ma alla torre Galfa c’è tutto fuorché l’atmosfera di chi sta per essere sgomberato da un momento all’altro. Si parla di pavimentazione, ristrutturazione, proprio come in una casa di proprietà. «È una bella sensazione - spiega il popolo di Macao - poter costruire qualcosa assieme. Così restituiamo ai milanesi un loro spazio». Tutti sembrano essersi dimenticati che il legittimo proprietario del grattacielo (il gruppo Ligresti) ha già presentato una denuncia e rivuole lo stabile. Ligresti viene giusto citato durante le visite guidate al 23esimo piano della torre durante i racconti sulla storia della torre. Sembra quasi appartenere al passato. Gli «artisti» della torre Galfa fanno sul serio: non solo hanno incassato il tacito consenso della maggioranza di Pisapia, ma hanno perfino preso in contropiede il centrodestra, che chiede alla prefettura lo sgombero immediato. Ebbene, il prefetto Gian Valerio Lombardi stamattina come prima cosa sulla sua scrivania troverà una diffida anti sgombero. A firmarla, a nome degli occupanti, è l’avvocato Ugo Mattei, profeta del bene collettivo, una delle anime pensanti del movimento per il referendum sull’acqua come bene comune. Ma un conto è l’acqua, un altro conto è un grattacielo privato. «L’intervento delle forze dell’ordine - si legge nella diffida - sarebbe lesivo delle prerogative legali e costituzionali.

L’abbandono dell’immobile e la sua sottrazione alla cittadinanza realizza una logica abusiva di esclusione».

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