Cronaca locale

"I 5Stelle nostra antitesi; se la Lega sceglie loro ricadute sui territori"

Il centrodestra per l'astro nascente azzurro: "Il populismo è passeggero, serve chiarezza"

"I 5Stelle nostra antitesi; se la Lega sceglie loro ricadute sui territori"

Marco Bestetti, 30 anni, presidente del Municipio7, astro nascente di Forza Italia a Milano e non solo, il governo Lega-5 Stelle è un dettaglio è un fatto epocale che cambia tutto per tutti?

«Andrebbe chiesto alla Lega e io sono molto interessato alla risposta. Io voglio sperare che sia un incidente di percorso obbligato, per trovare in qualche modo una quadra. Perché se fossero le prove generali di un'alleanza più ampia ci sarebbero ricadute sui territori. Vorrei capire se questa esperienza è momentanea o l'avvio di qualcosa di più, perché cambierebbe tutto con gli alti componenti del centrodestra e soprattutto con gli elettori».

Ma lei vede affinità ideologiche fra Lega e 5 Stelle?

«Vedo affinità importanti, soprattutto nel metodo. Sono due forze che da schieramenti diversi hanno solleticato la stessa pancia degli elettori, hanno in comune il fatti di essere anti-sistema. Li abbiamo visti far bene l'opposizione e ora li vediamo con una veste nuova. Bisogna capire se saranno loro a cambiare il sistema o viceversa cambieranno. Io penso che sia l'occasione per affrontare i problemi con un approfondimento superiore agli slogan da campagna elettorale. Oggi è prematuro dirlo».

Lei ha percepito qualche cambiamento? Qualcuno ha notato per esempio un inedito comunicato congiunto di Lega e 5 Stelle in un'altra zona di Milano.

«Sinceramente no. Non ho percepito un'alleanza estesa oltre Roma. Ma è determinante. Quando Forza Italia è stata chiamata per senso di responsabilità al governo ha precisato che la sua collocazione restava il centrodestra e che le alleanze erano salde. Io mi aspetto altrettanta chiarezza. Se la Lega sta provando alchimie in provetta non lo so, io questa chiarezza non l'ho ancora sentita. Vorrei capirlo, la metà dei loro eletti è in Parlamento anche con il voto di Fi».

Dovrete capirlo prima delle Comunali di Milano.

«Non voglio aspettare il mese prima del voto a Milano. Oggi governiamo insieme 5 Municipi, la Regione e facciamo opposizione a Sala. Voglio capire oggi con chi ho a che fare. C'è il tema della riconquista di Milano ma non voglio aspettare. Voglio capire ora, o la situazione si fa imbarazzante».

Forza Italia cosa deve fare?

«Fi vede davanti a sé delle praterie anche se a volte si ferma ad ammirarle. Io preferisco conquistarle lancia in resta. Anche noi dobbiamo dire subito cosa fare. La Lega ha intercettato un elettorato che dubito possa mantenere a lungo termine così. La rabbia si è incanalata in un voto di protesta ma gli italiani guardano alle forze di governo, è nel dna. Fi nel centrodestra incarna la forza di governo, il senso di responsabilità che gli italiani si aspettano, deve riprendere il ruolo che le spetta, non inseguire la Lega».

Parlare con chi si astiene?

«I voti presi da Fi alle Comunali in numero assoluto sono più o meno gli stessi delle Regionli. Parlo di Milano, il nostro elettorato è fedele alla proposta di Fi, è cambiata la propensione al voto degli arrabbiati. Dobbiamo conquistare la fiducia di chi è arrabbiato, ma la ricetta non è il populismo, che è come la tempesta, fa qualche danno e poi passa. Ma al Paese non si può offrire una proposta passeggera, questo Paese non lo governi con i tweet».

In concreto in cosa siete diversi voi?

«Gli obiettivi sono gli stessi, le ricette gli stesse, la differenza sta nel modo di affrontarli, noi non ci accontentiamo di denunciarli, vogliamo dare soluzioni. Il valore di Fi è questo. Non solo puntare il dito ma un minuto dopo sedersi a un tavolo, senza megafoni».

Con i 5 Stelle invece le differenze sono abissali

«Sì e ha fatto bene il presidente Berlusconi a marcarle. La loro visione è l'esatto opposto della nostra, Conte ha parlato di spesa pubblica, spesa pubblica e spesa pubblica. Noi siamo dall'altra parte: riduzione dello Stato, più impresa, famiglia. Siamo allergici all'assistenzialismo: palliativo, presa in giro, inganno. Ora allo sviluppo economico c'è chi teorizzava la decrescita. Certe cose fanno inorridire.

Penso alla giustizia, alle infrastrutture, mi dispiace che la Lega abbia ignorato queste pregiudiziali e abbia abdicato al suo ruolo pur di trovare un'intesa con la cosa più lontana che ci sia dal centrodestra».

Commenti