Cronaca locale

I colori della vittoria, il Grillo «sprinta» al Ghisallo

Bettini presenta all'Upcycle Cafè la mostra che mette insieme tutta la sua storia vincente

Luciana Rota

Quando arriva all'Upcycle Cafè Paolo Battini, «il Betto» come lo chiamano gli amici, è tutto un susseguirsi di abbracci e sorrisi, pacche sulle spalle, battute da toscanaccio (con Riccardo Magrini specialmente) e anche qualche risata fragorosa. Un modo di vivere allegri, che gli garba. Per dirla alla sua maniera. Bettini ci arriva quasi in bici nella Milano da bere, l'olimpionico, che ha lasciato le corse dieci anni fa con il bagagliaio pieno di vittorie e medaglie (ha vinto tantissimo e da sempre), arriva in questo bike bar con uno dei suoi nuovi prototipi ultra leggero e scattante come lui, modello con cui più che altro oggi si diverte... Una gran bella bicicletta dice, che promette di trattare bene e come si deve, e specifica chiudendo la faccenda «come si fa con una donna, da corteggiare senza riserve».

Quando arriva a Milano il Betto ci arriva per iniziare un racconto che ritroveremo al Museo del Ghisallo, sabato 28 aprile 2018, per il vernissage (ore 17) di una mostra a lui dedicata che si intitola «Tutti i colori della vittoria, una mostra in onore di Paolo Bettini». Paolo Bettini presenta a Milano una rassegna a lui dedicata che è un ritorno importante al Ghisallo, il museo del ciclismo fondato da Fiorenzo Magni, che con la sua Fondazione organizza eventi e rassegne culturali per rendere viva più che mai la casa dei ciclisti. La mostra dal 28 aprile al 2 novembre 2018 - è dedicata totalmente al campione toscano, autore di una carriera magnifica ricca di doppiette «eccezionali» come i Mondiali, come le Liegi, come il Lombardia, quel Giro di Lombardia col mitico passaggio accanto al Santuario che custodisce le preghiere alla Madonna protettrice di tutti i ciclisti. Un luogo che non si può dimenticare. Tanto meno lo può fare lui, Paolo Bettini da La California, provincia di Livorno, un luogo indimenticabile che ora propone una rassegna di ricordi, maglie, biciclette, fotografie, ritagli di giornale, che è una promessa mantenuta.

«Dovevo mettere in fila i ricordi, prima o poi dovevo farlo ha detto il campione olimpico fra i più vincenti corridori azzurri del ciclismo moderno - e volevo che fosse quello il luogo per rappresentare la mia carriera, proprio lì accanto al Santuario. Ne parlai in occasione dell'ultimo passaggio del Giro di Lombardia, lo scorso anno, a Carola Gentilini la direttrice e ad Antonio Molteni, il presidente della Fondazione. Ed eccoci qui».

Tutti i colori della vittoria sono esposti in un'intera area museale: tre sale piene di luce e di colori, di maglie (soprattutto azzurre, tutte quelle della Nazionale e sono tante), di biciclette e di medaglie, con quella olimpica di Atene, per ridisegnare un percorso che ricostruisce la storia magnifica di questo Grillo, così era chiamato in gruppo, campione e asso pigliatutto. Un corridore mai sazio. Un uomo del ciclismo moderno capace di vincerle tutte e di tutti i colori.

Dopo il successo del Nibali Day che ha sancito la riapertura stagionale di marzo, il Museo del Ghisallo propone dunque questa rassegna «a colori» come la più importante mostra temporanea dell'anno che raggiungerà il suo culmine con il passaggio del Giro di Lombardia 2018.

Fra i contributors della mostra, oltre alle immagini dei successi emozionanti colte dallo scatto impareggiabile di Roberto Bettini, ci sono parole toccanti di alcuni grandi amici che hanno seguito la carriera di questo campione.

Fra tutti quelle di Alessandro Tegner, portavoce sin dall'inizio della carriera fra i professionisti, oggi affermato marketing manager di una delle più importanti squadre ciclistiche pro (la Quick Step) - che ha ricordato i giorni difficili ed emozionanti che hanno preceduto il secondo Giro di Lombardia, quello del 2006, a soli 12 giorni dalla scomparsa tragica in un incidente stradale del fratello di Paolo, Sauro, a cui il campione dedicò questa grande vittoria da tutti inaspettata.

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