Cronaca locale

I due anni del Refettorio "Piatti doc con gli scarti"

Alla mensa di Caritas prodotti freschi e a filiera corta: "Dalle eccedenze 1.600 tonnellate di cibo"

I due anni del  Refettorio "Piatti doc con gli scarti"

Nutrire il pianeta era il sottotitolo di Expo Milano, uno slogan utilizzato a corollario di centinaia di iniziative legate al cibo e alla solidarietà, quasi tutte «a tempo». Non così è stato per il Refettorio Ambrosiano, la mensa gioiello creato dallo chef Massimo Bottura e realizzato da Caritas con l'obbiettivo di trasformare le eccedenze di Expo in mensa per i poveri. Il progetto, che nella sede di piazza Greco ha coinvolto grandi chef, designer e artisti, non soltanto non ha esaurito il suo compito dopo lo smantellamento dei padiglioni di Rho, ma si è anzi sviluppato con un susseguirsi di iniziative che oggi lo rendono un fiore all'occhiello per il terzo settore. In occasione del secondo anniversario che si celebra proprio in questi giorni, Caritas rende noti dati eccellenti ma anche un modello organizzativo che oggi ha accorciato enormemente le distanze tra chi produce le eccedenze alimentari e i beneficiari. Una «filiera corta», come si dice in gergo, che permette giornalmente di recuperare cibi freschi, e non solo conservati, che riforniscono la mensa del Refettorio ma anche gli Empori della Solidarietà (supermercati dove si acquista con una tessera a punti) di Cesano Boscone, Varese e Garbagnate. Il primo anello di questo circuito virtuoso risiede nell'accordo siglato da Caritas e Mercati Generali dove ogni settimana due quintali di frutta e verdura sono destinati al macero. La piazzola di Caritas ai Mercati permette così di raccogliere giornalmente la merce invenduta che prende due direzioni: la prima è quella del Refettorio dove viene cucinata e servita a 90 ospiti a sera. La seconda direzione è quella di Lecco dove la cooperativa il «Grigio» la trasforma in conserve e minestre surgelate che entrano nel circuito della solidarietà. «Il fresco è solo la punta di diamante della filiera corta del recupero delle eccedenze - sottolinea Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiama - e oltre ai Mercati Generali il sistema conta su diversi nomi di punta del settore food: aziende della grande distribuzione, produttori, imprese della ristorazione». Tutti questi accordi permettono di recuperare non solo frutta e verdura, ma anche pasta, riso, carne. «Dall'inizio della crisi le richiese di aiuti alimentari sono aumentate del 30 per cento - continua Gualzetti - Questa esplosione di domanda ci ha costretto a riorganizzarci e trovare un modo nuovo di approvvigionamento delle parrocchie che rischiavano di venire sopraffatte o di spendere tutte le loro risorse per la distribuzione di cibo. Nel 2015, poi, è arrivato Massimo Bottura con la sua idea di cucinare le eccedenze alimentari prodotte da padiglioni di Expo Milano 2015. Questi due fatti quasi concomitanti hanno dato vita a tutto il resto».

Complessivamente, i dati presentati da Caritas Ambrosiana mettono in luce un colosso che oggi permette di soddisfare i bisogni di 30mila persone all'anno. Uno su tutti, le eccedenze alimentari rimesse in ciercolo che ammontano a 1.

600 tonnellate all'anno che si aggiungono ai 63mila pacchi viveri distribuiti dai centri di ascolto ogni mese.

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