Cronaca locale

I «Fantasmi» su celluloide di Ben Rivers

L'artista inglese espone pellicole e video dedicati ai reperti della contemporaneità

Fantasmi e spettri in Triennale. Li filma artisticamente Ben Rivers, alla sua prima personale in Italia dopo mostre al Camden Arts Center di Londra e proiezioni al New York Film Festival, alla Mostra del Cinema di Venezia, a Cannes. L'artista, 45enne del Sommerset, minuto e spettinato, lavora da sempre in bilico tra cinema e video-art: le sue pellicole, girate in 16mm, amano indugiare su temi svariati, dalla fantascienza al noir. Nell'Impluvium della Triennale i suoi «Phantoms» sono di fatto tre video degli ultimi anni, esposti sotto la cura di Lucia Aspesi, che riflettono sul tema della catalogazione, del collezionismo, del ricordo. Anzi, come ci ha detto l'artista (un po' refrattario a spiegare i suoi lavori): «Metto in mostra l'archeologia della mia vita cercando di rimanere sufficientemente distaccato da ciò che riprendo». Il riferimento è in particolare a due dei tre video esposti: Phantoms of a libertine è l'omaggio a un caro amico mancato anni fa. Rivers entra con la telecamera tra i suoi ricordi, in particolare tra i diari di viaggio: mette a fuoco cartoline da posti lontani, come il Messico, e personaggi che dai vestiti paiono quelli della Londra dell'epoca dei Beatles. Ci ho messo un anno prima di rientrare a casa sua: era un collezionista maniacale e ho cercato di mettere a fuoco indizi che permettessero agli altri di ricostruirne la personalità. Ecco, forse di indizi ne servirebbero di più per capire meglio questa mostra che è una disincantata riflessione sulla memoria: si varca la soglia dopo aver visto il breve filmato «The Shape of Things», opera dello scorso anno dedicata a due pezzi archeologici dell'Harvard Art Museum, una scultura bizantina di un ermafrodita e una brocca antropomorfa cinese, mentre il poeta americano William Bronk legge «At Tikal». Una riflessione sulla creazione e la distruzione che continua anche nel video «Things», 20 minuti ambientati nella casa-studio di Rivers, ripresa in diverse stagioni.

Libri, oggetti, immagini e lo stesso artista che disegna in digitale paiono un carosello di ricordi montati ad arte. Fam

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