Cronaca locale

I giochi di parole di una sinistra ipocrita

I giochi di parole di una sinistra ipocrita

Basta la parola diceva una volta uno spot in tv. Basta cambiarla la parola. Così se una cosa non piace si riesce a farla piacere, se un'altra imbarazza si riesce a renderla motivo di vanto. Prendiamo le ronde. Sì, proprio quelle che anni fa erano state un cavallo di battaglia della Lega e del centrodestra e che tutta la sinistra in coro aveva sempre rifiutato come esempio estremo di beceraggine nordista. Guai a parlarne, guai anche a nominarle. Così vennero impallinate sul nascere brindando allo scampato pericolo per l'attentato alla democrazia. Però forse sarebbe stato sufficiente non chiamarle così per renderle «potabili»? Probabilmente sì. Qualche mese fa l'assessore comunale alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino le ha in un certo senso rispolverate. Non ronde ovviamente. Nemmeno pattuglie, ci mancherebbe. Ma operatori sociali e solidali, che sono due paroline magiche che rendono tutto più civile e democratico. I compiti però a grandi linee sarebbero gli stessi. Cioè controlli, presenza sul territorio e via così. Uguali a quelli che ora chiede anche il presidente di Atm Bruno Rota perché in periferia il problema della sicurezza sui mezzi pubblici è enorme. Ma basta non parlare di ronde e scrosciano gli applausi. E il solito giochino delle parole, sembra un po' il «Paroliamo» che tanti anni fa conduceva Jocelyn su TeleMontecarlo: via una vocale, via una consonante e cambia il senso delle cose anche se poi resta lo stesso. E qui la sinistra non ha rivali. Così se i clandestini diventano migranti il problema non esiste più, se i blocchi del traffico della Moratti diventano le domeniche a spasso di Pisapia i milanesi non s'arrabbiano. Se gli inceneritori dei rifiuti, tanto combattuti da verdi e ambientalisti, diventano «impianti di digestione aerobica» sono anche ecologici.

E siamo tutti più felici.

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