Cronaca locale

I medici del Sacco: «Ora basta polemiche lasciateci lavorare»

I dirigenti dell'ospedale respingono l'accusa di aver voluto tappare la bocca al collega

Maria Sorbi

Chiudere una volta per tutte il caso Cicardi, su cui è stato fatto fin troppo rumore e riprendere a lavorare. Questa la richiesta che tutti i medici dell'ospedale Sacco, direzione compresa, avanzano dopo la telenovela di tarda estate andata in onda nelle scorse settimane quando Marco Cicardi, alla guida del dipartimento di Medicina dell'ospedale, fu rimosso dall'incarico. Il primario, ruolo che nessuno gli ha levato e che ricopre tuttora, aveva criticato la riforma sanitaria (e chi non ha mai avuto delle perplessità a riguardo?) ed esternato le sue preoccupazioni per il futuro del suo ospedale a pochi mesi dall'accorpamento con il Fatebenefratelli, il Buzzi e la clinica Macedonio Melloni. Il suo errore è stato quello di dare voce alle critiche durante un'intervista e non in una riunione interna all'azienda.

Da qui la fiducia venuta meno con la direzione e la rimozione dal ruolo di coordinatore fra i reparti. Stop. Non c'è stata «nessuna volontà di tappare la bocca a nessuno», né di mettere sotto processo il medico. «Non è mai stata mia intenzione accettare le sollecitazioni di alcuni a trasformare il Collegio dei medici che presiedo in una sorta di tribunale super partes - chiarisce il direttore di Cardiologia Maurizio Viecca - e lo stesso Cicardi, correttamente, non chiede solidarietà per un problema suo personale con la direzione». Lo stesso direttore generale del Sacco, Alessandro Visconti, vorrebbe mettere una pietra sopra la vicenda: «Non perdiamo tempo in polemiche inutili. Questo caso è stato strumentalizzato ma ora basta. Con Cicardi ci siamo chiariti e continueremo a lavorare insieme. Non c'è altro da dire a riguardo».

In questa storia resta un epilogo. E questo sì, dovrà essere affrontato a fondo. Ci sono dei problemi all'interno del Sacco, soprattutto per quanto riguarda la struttura e che tutti i medici giudicano «insopportabili». E qualcuno si è mosso indipendentemente per risolverli. A cominciare dallo stesso Maurizio Viecca che ha finanziato, con i soldi raccolti grazie alla sua fondazione, i lavori di ristrutturazione della facciata di Cardiologia e Pediatria. «La preoccupazione di Cicardi - spiega Viecca - è rivolta alle condizioni strutturali dell'ospedale. Non deve diventare il capro espiatorio di una preoccupazione che trova tutti noi perfettamente d'accordo. Dal direttore in giù».

Altra questione è quella del Buzzi che Cicardi definì come «un progetto destinato a non svilupparsi». All'ospedale pediatrico i soldi per l'ampliamento della struttura sono arrivati, certo, ma non per privilegi particolari rispetto al Sacco. Si tratta di finanziamenti, in gran parte ministeriali, attesi dai tempi di Formigoni e rimasti fermi per tanti, troppi anni. Ed è vero, come disse Cicardi, che i soldi al Sacco «servono come il pane», ma qualche passo è stato fatto.

«Pur dovendosi occupare di quattro ospedali - tiene infine a precisare Viecca - questa direzione ha portato a un aumento delle attività del 2 per cento e una serie infinita di realizzazioni, investimenti e assunzioni che personalmente non ho mai visto dal 1987, quando sono stato assunto».

Commenti