Cronaca locale

I milanesi si armano e prendono lezioni al poligono

Boom di iscrizioni per tutta la famiglia

I milanesi si armano e prendono lezioni al poligono

I milanesi hanno paura e vogliono imparare a difendersi. Moglie, marito e figli, tutti iscritti al poligono per imparare a sparare in tutta sicurezza. Una volta le famigliole uscivano per andare insieme al cinema, o a prendere un gelato. Adesso invece si recano al poligono. Sono però soprattutto uomini sui 50 anni che decidono di iscriversi a vere e proprie lezioni di tiro. Iniziano con la teoria, sei ore, per poi passare alle 12 ore di pratica. L’addestramento consiste nel simulare rapine e aggressioni molto simili a quelle che avvengono nella realtà, tra le mura domestiche. Alessio Carparelli, tenente colonnello dei carabinieri e istruttore di tiro con 25 anni di esperienza alle spalle, ha spiegato a Il Giorno, che le sue lezioni non sono rivolte a esaltati che non vedono l’ora di trovarsi in un conflitto a fuoco. I suoi insegnamenti sono per i cittadini che vogliono avvicinarsi all’uso della pistola in modo consapevole, usando anche la testa. “I crimini sono diminuiti ma sono cambiate le modalità, che sono più violente rispetto al passato. E’ aumentata la paura” spiega Carparelli. E infatti questa paura è ben evidenziata dal boom di iscrizioni ai corsi del poligono milanese di via Achille Papa.

Tra i corsi prescelti anche quelli organizzati dall’Unione Italiana Tiro a Segno che permettono di ottenere il porto d’armi. Nel capoluogo lombardo vi è il maggior numero di iscritti ai corsi, al momento sono 10mila ma tendono ad aumentare. Tra coloro che hanno deciso di usare correttamente le armi di difesa, anche il gioielliere Rodolfo Corazzo che uccise un rapinatore albanese all’interno della sua abitazione, nel novembre 2015. Secondo le ultime stime della Prefettura, sarebbero circa 1500 i residenti nelle province di Milano e Monza-Brianza, che hanno il porto d’armi per difendersi. In aumento le richieste di licenze per caccia e uso sportivo. “Le regole italiane sono più restrittive rispetto al resto d’Europa. Secondo me la riforma della legittima difesa dovrebbe essere legata a un obbligo di saper dimostrare la capacità tecnica nell’utilizzo delle armi, dimostrando di saper mantenere nel tempo i requisiti psicofisici” ha detto Carparelli. Ogni corso è composto da 12 partecipanti, un istruttore ogni tre cittadini. Prima lezione fondamentale è il rispetto per le leggi in vigore sul suolo italiano. Poi si passa alla simulazione di possibili attacchi in ambiente domestico. Importante riuscire a mantenere i nervi saldi durante un conflitto a fuoco. Come tiene a sottolineare Carparelli “Sparare deve essere sempre l’estrema istanza, prima bisogna pensare a mettersi in salvo, chiedere aiuto, mettere in fuga l’aggressore senza l’uso delle armi”.

Anche perché ferire, o addirittura uccidere un uomo è una tragedia che segna per tutta la vita colui che ha tirato il grilletto.

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