Cronaca locale

I municipi pressano il sindaco "Vogliamo poteri sui vigili"

Presidenti e assessori chiedono competenze al Comune «E i ghisa di quartiere ora passino ai comandi di zona»

I municipi pressano il sindaco "Vogliamo poteri sui vigili"

I quartieri di Milano pretendono sicurezza. E i municipi chiedono a Palazzo Marino più poteri per poter incidere di più, per rispondere a queste aspettative dei cittadini.

Il Comune ha riformato il suo statuto e le competenze delle (ex) zone, che oggi hanno un presidente direttamente eletto e assessori. Il regolamento che disciplina i poteri dei municipi prevede sulla sicurezza una competenza concorrente nella definizione di obiettivi, azioni e interventi. Ma anche questa previsione ora va tradotta dalla carta alla realtà. «È evidente che dalla Polizia locale di Milano i municipi si aspettino una collaborazione diretta ed efficace - dice per esempio il presidente di zona 2, il leghista Samuele Piscina - Le competenze assegnate nei soli confronti dei vigili di quartiere non sono sufficienti, ma sono almeno una partenza. I municipi devono quindi poter mettere mano direttamente all'organizzazione di questo reparto per coprire situazioni a rischio e avere un presidio in ogni quartiere. Proprio a settembre chiederemo un incontro con il comando di zona 2 per mettere mano alla disposizione della pattuglie al fine di assicurare un maggiore controllo ai cittadini».

«Quello che chiedo all'assessore comunale alla Sicurezza - aggiunge l'azzurro Marco Bestetti, presidente del municipio 7 - riguarda i vigili di quartiere, io li immagino alle dirette dipendenze del comando di zona di Polizia locale». Non solo: «I comandi di zona dopo le 20 chiudono e per esempio nel caso dei rave party notturni, devo fare affidamento sulle pattuglie che devono presidiare tutta Milano. Servirebbero almeno una-due pattuglie per zona per avere i vigili di quartiere che siano effettivamente di quartiere».

Sono ovviamente i presidenti del centrodestra a sollevare la questione con maggior decisione. Ma la sicurezza non è un tema di parte: «Sono d'accordo - dichiara Simone Zambelli (Sinisrta per Milano) - il tema non è da nascondere. Molto spesso viene segnalato dai cittadini in periferia, in aree di difficoltà. I municipi devono essere messi in condizione di rispondere. Ma tutto si può dire tranne che l'assessore comunale Rozza non abbia a cuore il tema delle periferie. E noi ne abbiamo avuto un esempio nei giorni scorsi in via Cretese. A settembre avremo consigli aperti chiesti da Rozza sul tema sarà il momento in cui ragionare insieme di questo». È stato in particolare l'assessore alla Sicurezza di zona 9 Andrea Pellegrini, a sollevare il tema: «Esiste un quadro nuovo, con nuovo statuto e regolamento. Purtroppo - spiega - pare che non sia stata del tutto metabolizzata. Ma noi dobbiamo poter concorrere con il Comune in questa competenza. Siamo coinvolti in prima persona nell'intervento sui territorio e dobbiamo poter dire la nostra sui problemi che ci vengo segnalati, con l'obiettivo di collaborare e dare risposte ai cittadini».

Conferma anche Paolo Bassi, presidente di municipio 4: «Ora i comandi locali sono tali sulla carta. La polizia locale dovrebbe essere rivista nella sua architettura. Nella nostra zona per esempio abbiamo cinque sedi municipali ma non sempre avere un presidio senza risorse effettive è utile». Palazzo Marino ha chiesto consigli municipali ad hoc dedicati alla sicurezza. «Va bene - dice Bassi - ma i problemi li conosciamo tutti. Riceviamo quotidianamente segnalazioni. Servono interventi strutturali che facilitino e velocizzino le risposte. Io auspico che si riesca a gestire in modo più organico la sicurezza, altrimenti tutto resta affidato alla collaborazione fra soggetti».

«Il rapporto va in realtà costruito - osserva Santo Minniti (Pd) che al Giambellino, nel suo municipio 6, ha ospitato la prima giunta comunale- ma credo che questa amministrazione comunale sia partita col piede giusto. C'è stata una riunione del sindaco con tutti i presidenti e il contatto è costante. Su alcune cose sarà necessaria una fase di rodaggio ma mi sembra che la direzione sia quella giusta. Poi è corretto che alcune cose vengano decentrate e altre no. Politiche diverse fra municipi sulla sicurezza non sarebbero qualificanti.

Serve un confronto continuo sulle migliori soluzioni».

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