Cronaca locale

I primi 115 anni dell'Asilo Un alleato per il Mariuccia

Un gemellaggio con la fondazione Don Gnocchi e consegnato un premio al prefetto Lamorgese

Marta Calcagno Baldini

Aldilà di ogni pregiudizio, in una situazione di degenza finire all'Asilo Mariuccia è fin dai primi del '900 una risorsa. Quella che per la maggior parte dei bimbi suonava come una minaccia («guarda che ti mando all'Asilo Mariuccia»), è tutt'ora per mamme e piccoli una possibilità di riscatto. «Milano ci ama, anche se non tutti conoscono ciò che facciamo. Il nostro scopo è trasformare la sofferenza in opportunità, e il disagio in dignità» dice Camillo de Milato sull'Asilo Mariuccia, la società umanitaria milanese nata nei primi anni del XX secolo e di cui è presidente al secondo mandato.

Ersilia Bronzini Majno, una delle protagoniste dell'emancipazione femminile di fine '800, nel 1902, dopo il trauma subito per la morte della figlia Mariuccia, fondò un istituto per il recupero delle adolescenti vittime di violenze sessuali o della prostituzione e lo dedicò alla bambina persa. Il reinserimento sociale delle ragazze con la formazione e il lavoro era ed è lo scopo primario dell'Asilo. Lunedì scorso nella sala degli affreschi della Società Umanitaria di via San Barnaba si sono festeggiati i 115 anni dello storico ente. Dopo la recente visita di Luigi Di Maio in una delle sedi del Mariuccia, non c'è da stupirsi se anche erano presenti molti politici, Come Gustavo Adolfo Cioppa, sottosegretario alla presidenza della Lombardia. C'era Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune, Valentina Aprea, assessore alla Formazione della Regione, e Stefano Dambruoso, questore della Camera. Non potevano mancare Alberto Iannuzzelli, Presidente della Società Umanitaria, e l'avvocato Annamaria Bernardini De Pace, madrina dell'Asilo.

È stato presentato il calendario illustrato che per il secondo anno porta la firma di Fabio Sironi, presente in sala, e si è annunciato Premio Asilo Mariuccia 2017 per Luciana Lamorgese, prefetto di Milano, a cui invece è stato consegnato ieri.

L'asilo crea ogni anno una nuova collaborazione con altri enti sociali. Dopo la Società Umanitaria, Croce Rossa, City Angels e altri, il gemellaggio annunciato lunedì scorso è con il Don Gnocchi, nato nello stesso anno del Mariuccia: «Questo 115° anniversario è di particolare importanza nella storia di due enti radicati nel cuore dei milanesi - ha detto don Vincenzo Barbante, presidente della Fondazione Don Gnocchi Salvaguardiamo la dignità e la vita delle persone che soffrono. Riguardo al Don Gnocchi sono circa 10mila al giorno nei 28 centri e ambulatori attivi nel Paese». Il Mariuccia è una struttura più piccola, privata e che dà lavoro a 64 dipendenti, più 6 consulenti e 12 volontari. Per accogliere 189 persone su cui costruire un percorso di reinserimento sociale in una delle sue diverse sedi. I bimbi vengono mandati a scuola fino ai 16 anni, due anni di laboratorio, lo stage, e a 18 anni il 98% dei giovani trova lavoro come agricoltore o aiuto cuoco. Le madri sono ospitate col figlio prima in comunità e poi viene fornito loro per un altro anno un alloggio gratuito, bollette comprese.

Se i comuni devolvono una retta al Mariuccia, molti aiuti anche concreti arrivano da benefattori (Walt Disney, ad esempio, dona molti giochi).

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