Cronaca locale

I soldi del Qatar e le moschee Sospetti da Milano fino a Sesto

Il centrodestra incalza sul centro islamico di via Luini E Forza Italia chiede una commissione speciale in aula

I soldi del Qatar e le moschee Sospetti da Milano fino a Sesto

Forza Italia propone formalmente in Comune, una commissione permanente Antiterrorismo. La Lega chiede un al Viminale attento monitoraggio dei luoghi di culto presenti in Lombardia. Continua a divampare lo scontro su moschee ed estremismo. E monta il caso Qatar. Arrivano infatti dentro Milano gli affari dell'Emirato isolato dal fronte degli altri Paesi arabi con l'accusa di finanziare l'estremismo. Il consigliere popolare Matteo Forte sottolinea che «oggi il mondo sunnita isola il Qatar e accusala sua emittente tv di amplificare il messaggio dei terroristi» mentre «noi, ad AlJazeera, abbiamo aperto le porte degli uffici di Palazzo Marino solo qualche mese fa». E non vanno dimenticati i dubbi e le polemiche sui progetti di nuove moschee in città.

Il caso Qatar investe Sesto San Giovanni secondo il candidato sindaco di Forza Italia Roberto Di Stefano. L'attuale vicepresidente del Consiglio, insieme al capogruppo regionale di Fdi Riccardo De Corato e ai leghisti Jari Colla (vice capogruppo in Regione) e Riccardo Pase (segretario provinciale) ha sollevato la questione della nuova moschea, la più grande della Lombardia, che dovrebbe sorgere in via Luini. Parlando di finaziatori, Di Stefano è stato perentorio. «In gran parte» secondo l'esponente azzurro - si tratta degli «emiri del Qatar e in particolare da Qatar Charity, un fondo che mette miliardi di euro in tutta Europa per costruire moschee». Il sindaco Monica Chittò (Pd) ha parlato di «pesanti strumentalizzazioni». E ha fatto sapere di aver «immediatamente convocato» i responsabili del Centro islamico. «Nel colloquio - ha riferito - hanno affermato di accettare solo finanziamenti tracciati, dati senza condizioni e provenienti da soggetti che non entrino in liste nere del Governo italiano. Hanno anche affermato - ha aggiunto - di non aver ricevuto alcun contributo dalla Fondazione citata e chela maggior parte delle risorse fin qui raccolte provengono da membri della Comunità, della quale ribadiscono il carattere italiano». «Ho informato il Prefetto di questo colloquio» ha aggiunto il primo cittadino. Ma le rassicurazioni non hanno convinto Di Stefano, che prima ha parlato di una «non smentita» che «conferma tutti i sospetti e la profonda inettitudine» della amministrazione uscente, poi ha rilanciato, sottolineando come l'imam di Sesto Abdullah Tchina (ai tempi imam della moschea di Cascina Gobba a Milano e tesoriere dell'Associazione islamica italiana degli imam e delle Guide religiose) l'anno scorso abbia invitato in Italia un altro imam, discusso e controverso, Tareq Al Suwaidan, ormai famoso come predicatore d'odio e indesiderato dal ministero dell'Interno (che l'anno scorso gli ha negato l'ingresso nel nostro Paese) eppure molto ammirato da alcuni fedeli di area Giovani musulmani, fra cui un militante del Pd candidato a Sesto che si è scusato per quelle «intemperanze» giovanili.

La tensione pre-elettorale nella (ex)Stalingrado d'Italia non cala. Il consigliere di Fratelli d'Italia Antonio Lamiranda ha presentato una memoria integrativa all'esposto-memoria già depositato alla procura di Monza fra marzo e maggio.

E Fdi, chiedendo chiarezza sui fondi del centro islamico, invita i simpatizzanti in piazza della Resistenza con Magdi Cristiano Allam e l'ex ministro Ignazio La Russa a un incontro pubblico sui «reali pericoli provenienti dal radicalismo islamico».

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