Cronaca locale

Incastrati i commessi-ladri di Tom Ford

Trafugati accessori griffati per 50mila euro. Un arresto e due denunce

C'è chi doveva sorvegliare e invece rubava, chi era regolarmente assunto e prendeva stipendi mica male, anche di oltre 2.000 euro al mese, e prelevava profumi dal magazzino come se fosse a casa sua, nell'indagine della settima sezione dell'Upg, l'Ufficio prevenzione generale, quello delle «Volanti» diretto da Maria José Falcicchia, che ha portato all'arresto di un addetto alla sicurezza e alla denuncia per furto di due commessi del negozio «Tom Ford» di via Verri, nel quadrilatero del lusso milanese.

Ad avvertire la polizia è stato lo stesso negozio, notando considerevoli ammanchi nell'inventario: all'appello mancavano 8 borse, 4 cinture, 1 bracciale, 1 portafogli e 8 occhiali per un valore di 47mila euro. I loro sospetti si concentravano sul doorman - l'uomo che sta all'ingresso dei negozi, una figura a metà strada tra l'usciere e la security che negli ultimi tempi campeggia in numerosi negozi di gran moda - ma poi il sistema di videosorveglianza ha ripreso altri due dipendenti che si intascavano oggetti vari in magazzino. Uno dei due - ripreso mentre si rifornisce clandestinamente per ben cinque volte - è anche stato fermato con un profumo che non aveva pagato e da quel giorno non si è più fatto vedere al lavoro.

Il doorman invece, Baye Mame Thierno, senegalese irregolare di 28 anni assunto da una società che gestisce la sicurezza di vari negozi, il 7 dicembre è stato ripreso dalle telecamere e «beccato» dai poliziotti delle Volanti mentre, in servizio da «Céline» in via Montenapoleone, nascondeva una borsa da 3.100 euro in un doppiofondo ricavato nel suo giaccone. L'operazione si è conclusa ieri con diverse perquisizioni: a casa dei due dipendenti infedeli, dell'addetto alla sicurezza, nella sede della società per cui lavorava l'uomo e in un negozio di accessori griffati di seconda mano in zona Fiera, dove cinque mesi fa la Guardia di finanza aveva trovato delle borse nuove di Tom Ford e Céline, rubate. Dai controlli successivi era risultato che il senegalese aveva lavorato per le griffe delle borse proprio nel periodo in cui erano arrivate nel negozio di seconda mano e così ieri è stato ricontrollato, ma non sono stati trovati oggetti di dubbia provenienza.

RC

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