Cronaca locale

Intesa tra i partiti e Pirellone gratis per vincere l'Ema

Il sindaco indica le tre maggiori rivali e altrettanti motivi per cui potrebbero essere scartate: «Barcellona, con il dibattito sull'indipendentismo in corso, rischia di indebolirsi, Amsterdam ospita già più agenzie e Vienna come sede non offre granchè». Sembra il metodo della pubblicità comparativa, ma tutto vale per portare a Milano la sede dell'Agenzia europea del farmaco in fuga da Londra dopo la Brexit. Per rendere ancora più concorrenziale il dossier milanese rispetto agli altri 18 in gara, deputati di diverso orientamento (tranne i 5 Stelle) hanno sotterrato l'ascia per creare un intergruppo parlamentare che nelle prossime settimane andrà in missione tra ambasciate e paesi per convincere i delegati a votare l'Italia. É il «modello Expo» come sottolineano la Pd Lia Quartapelle o Mariastella Gelmini (Fi), Francesco Laforgia (Mdp). A lanciare la volata ieri da Palazzo Marino con Sala e il governatore Roberto Maroni ieri anche l'ex sindaco Gabriele Albertini, Maurizio Lupi, il senatore Fi Andrea Mandelli. Le tappe: lunedì prossimo Sala e Maroni voleranno a Bruxelles per presentare con il ministro Lorenzin il roadshow prima del voto finale del Consiglio per gli Affari generali Ue il 20 novembre. In mezzo, la classifica o scrematura della Commissione Ue il 30 settembre e il 18-19 ottobre il dibattito politico nel Consiglio. Sala ribadisce che il rischio di «accordi sottobanco c'è, ma aver ottenuto di rendere trasparenti tutti i dossier aiuta». La sede offerta a Ema è il Pirellone e nel dossier per ora c'è il comodato d'uso gratuito per il 2019, un affitto di 2 milioni nel 2020, di 4 nel 2021 e di 7 l'anno dal 2022 ( metà di quanto spende a Londra). Ma Maroni ammette che la gratuità potrebbe essere estesa, anche a 3 anni, «stiamo ragionando col governo» che aveva impegnato circa 56 milioni per realizzare una nuova sede e potrebbe versarne parte a copertura dell'affitto lasciando a Ema solo la manutenzione: «Il nostro dossier è al top, ora lo sforzo di convincere l'assemblea tocca al governo».

ChiCa

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