Cronaca locale

Intifada a Milano. I sussurri di Sala non bastano a fermare l'odio

Intifada a Milano. I sussurri di Sala non bastano a fermare l'odio

I fiumi dell'odio sono in piena e un rivolo di quest'odio si riverserà in piazza San Babila. Un sit-in contro Israele è stato organizzato dalle stesse sigle che un anno fa hanno promosso sia la scellerata manifestazione degli ormai famigerati cori jihadisti, sia il corteo di una settimana dopo, cadenzato da slogan inneggianti all'Intifada, gli stessi che a maggio sono stati cantati, col megafono, da alcuni poveri bambini, sempre nel centro di Milano. «Estrema sinistra, centri sociali illegali, nazionalismo arabo e fondamentalismo islamico si ritrovano uniti spiega Litta Alessandro Litta Modignani, presidente dell'Associazione milanese pro Israele - per chiedere la cancellazione dell'unica democrazia del Medio Oriente». «Intollerabile» ha detto Carlo Benigni presidente nazionale dell'Unione di Associazioni pro Israele, chiedendo al sindaco provvedimenti «per impedire questa ignobile iniziativa». E il sindaco, sollecitato da tutto il centrodestra e dalla Comunità ebraica, alla fine è intervenuto. Come? Con una dichiarazione. Ma il sit-in dell'odio non si ferma. Ha detto parole chiare Beppe Sala, ma altre volte è stato meno rituale, più incisivo. La sinistra d'altra parte è varia e divisa. Il Pd da anni accompagna la Brigata ebraica il 25 aprile, ma lo fa per difenderla da settori antagonisti della sinistra.

Ed è emblematico il caso di Lodi, in cui l'Anpi milanese ha patrocinato la mostra sulla Brigata ebraica e l'Anpi locale l'ha contestata, in modo delirante.

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