Cronaca locale

«Io, dalla Rete al palco Così faccio ridere senza passare da Zelig»

In scena al Parenti Edoardo Ferrario il comico «on line» che piace ai giovani

Ferruccio Gattuso

Nessuna scenografia se non il vuoto del palcoscenico a far da contrasto con il fiume di parole atteso al suo centro. Nessun costume ma, piuttosto, tanta satira di costume. Sono, insomma, l'estetica e la filosofia dello stand up comedian quelle destinate a vincere nello spettacolo che Edoardo Ferrario porta questa sera in data unica - ore 21.15, ingresso 16 euro + prevendita, info 02.59.99.52.06 al Teatro Franco Parenti. Scritto e interpretato dal comico, monologhista e imitatore romano, Edoardo Ferrario Show è il racconto, consacrato al paradosso, di cosa significhi essere trentenni nell'Italia contemporanea fatta di crisi economiche da subire, buone idee da farsi venire, cibi giusti e sbagliati, arte contemporanea seria e semiseria, tecnologia che aiuta ma che, se vuole, ti frega anche. Per capirci, i mille e uno tic del nostro quotidiano dei quali vuole la regola di Ferrario - «bisogna saper ridere senza autocommiserazione, né triste nostalgismo». Perché Edoardo Ferrario, par di capire da questi suoi monologhi ad alto tasso comico, ha sempre guardato avanti anche a costo di correre troppo veloce e sbattere il naso contro qualcosa. «Ho compiuto trent'anni da pochi giorni ci dice il giovane attore capitolino assurto alla celebrità grazie alle sue apparizioni tv a Quelli che il calcio e alla webseries Esami, sette milioni di visualizzazioni su YouTube e questo show vuole essere una presa di coscienza di essere entrato, senza più scuse, nell'età della maturità. Certo, in passato ci si entrava molto prima, ma ognuno di noi ha la sua epoca. E ogni epoca ha i suoi problemi. Noi, ad esempio, abbiamo il cibo biologico, le vacanze low cost e il car sharing». Per spiegarsi meglio: «Oggi a Roma non è più possibile mangiarsi un hamburger cattivo in santa pace: spiega ironicamente Ferrario - c'è sempre una cameriera 'alternativa' con occhiali a montatura grossa e frangetta d'ordinanza che ti spiega che la carne è controllata, il pane lo facciamo noi, fatto con una farina che facciamo noi, ricavato da un grano nostro, mietuto da una nostra trebbiatrice e via dicendo».

Quanto alla tecnologia, Ferrario è chiaro: «Uso solo quella che serve, ma uso pochissimo i social e le condivisioni: oggi si sentenzia troppo sul web. E non penso che interessi a nessuno una mia foto in spiaggia». La sua scalata alla notorietà, oggi divenuta mainstream grazie alle imitazioni come ospite fisso a Quelli che il calcio (ad esempio quelle di Alessandro Cattelan, Marco Giallini e Alessandro Borghese), è partita qualche anno fa da un cinema occupato di Roma, il Palazzo a San Lorenzo, dove la sua esibizione fu notata da Sabina Guzzanti, seduta tra il pubblico: «Mi chiese se volevo partecipare a dodici puntate in tv nel suo programma 'Un due tre stella' su La7 e io, per caso, ne avevo voglia», sorride Ferrario.

La sua parabola, una volta tanto, non passa da Zelig o Colorado: «Io penso che quella formula abbia detto tutto: spiega il giovane comico è superata semplicemente perché il pubblico giovane chiede qualcosa di diverso, e lo va a cercare in rete». Come i suoi sketch nella webserie «Esami», un successone: «Li ho scritti quando studiavo giurisprudenza, collezionando aneddoti miei e di amici sugli esami universitari.

Vi interpreto sia il professore sia lo studente».

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