Cronaca locale

L'accoltellatore del poliziotto per il pm deve restare in cella

È immigrato irregolare e ha precedenti per lesioni La Procura lo accusa di tentato omicidio e resistenza

Cristina Bassi

Deve rimanere in carcere. Ma non è sospettato di avere contatti con organizzazioni jihadiste. In Procura il fascicolo aperto su Mamadou Saidou Diallo, il 31enne che lunedì ha accoltellato alla spalla un poliziotto in stazione Centrale, riporta le accuse di tentato omicidio e resistenza a pubblico ufficiale. Il pm Paola Pirotta ieri ha inviato all'ufficio gip la richiesta di convalida dell'arresto e della misura cautelare in carcere. Nelle prossime ore l'udienza e l'interrogatorio davanti al giudice.

Il giovane originario della Guinea, irregolare e con precedenti per lesioni, minacce e resistenza, sarebbe nato il 6 luglio 1989. Però non ha documenti e ha diversi alias. È anche indagato a piede libero per minacce. Prima di essere bloccato dagli agenti delle Volanti infatti si è aggirato tra la gente brandendo il coltello e si è scagliato contro alcuni autisti di autobus. All'arresto ha gridato più volte: «Voglio morire per Allah». Ma non sarebbero emersi elementi per ipotizzare una sua radicalizzazione e la frase, da sola, non ha portato all'apertura di un'inchiesta a suo carico per terrorismo. Come invece era stato per Ismail Tommaso Hosni, che il 18 maggio aveva aggredito armato di coltelli due militari e un agente Polfer sempre in Centrale. In quel caso sul profilo social del ragazzo italo-tunisino gli inquirenti avevano trovato diversi riferimenti all'Isis.

Nei confronti di Diallo la Questura di Sondrio e quella di Cuneo hanno già emesso ordini di allontanamento. Il decreto di espulsione verrà presto firmato dal questore milanese Marcello Cardona. Ma sarà eseguito al termine dell'eventuale processo e a pena scontata. Il 31enne si trova in Italia da circa due anni. In passato era già stato fermato per episodi violenti, soprattutto in Piemonte. Spesso per reazioni esagitate, sfoderando appunto un coltello, alla richiesta del biglietto di viaggio. Girava con un sacco a pelo e viveva per la più in strada. Non risulta avere un cellulare e ora è a San Vittore.

L'agente scelto colpito dallo straniero è in buone condizioni. Ieri ha incontrato nel cortile di via Fatebenefratelli il questore, che si è complimentato con lui e con i colleghi per la prontezza dell'intervento e per il lavoro di squadra. «Non sono ancora riuscito a vedere l'agente ferito - ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala -. Però certamente ci vedremo con il questore e il prefetto nei prossimi giorni. Non c'è una soluzione radicalmente diversa da quello che stiamo facendo, ma solo la volontà di continuare a rafforzare il controllo perché la stazione Centrale ha la sua importanza perché ci passano milioni di persone». E l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza: «Le polemiche di chi vuole lucrare sulla paura non si spegneranno mai. I cittadini devono sapere che c'è il gruppo interforze che presidia la stazione e poi che la polizia locale da un anno è lì con pattuglie 24 ore su 24 e si fanno controlli continui. Noi abbiamo un problema legato a chi frequenta la stazione che sono anche delinquenti, ladri e spacciatori, persone senza fissa dimora e i controlli devono essere continui. Incontreremo prefetto e questore per vedere come migliorarci, ma è chiaro che gli esagitati esistono in città.

I provvedimenti messi in campo da Minniti con i centri per i rimpatri sono importanti, noi negli ultimi mesi abbiamo fatto più di 200 rimpatri».

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