Cronaca locale

Tra laici, cattolici e diritti omosex Così in città l'ideologia si fa in tre

Dalla folla laica, alla lotta contro il far west della provetta, al lavoro come opportunità d'inclusione dei generi sessuali. Ieri a Milano i temi riguardanti i capitoli «sociali» del sesso, ovvero l'identità sessuale e la procreazione, erano a macchia di leopardo, avrebbe detto Pier Luigi Bersani. Al Castello, piazza Cannone. «Laicità: le nostre vite, la nostra libertà». Circoli e Arcigay hanno portato in piazza gente variopinta, rispondendo all'appello lanciato da Radicali, i Sentinelli e associazioni. Sette i punti da far presente a un Governo «papalista» e non disposto a impegnarsi in leggi a favore del matrimonio egualitario, della fecondazione assistita, all'autodeterminazione del genere ai fini della rettificazione angrafica e contro l'omotransfobia, di una corretta applicazione della 194 sull'interruzione della gravidanza, del diritto di ognuno di morire come vuole, della gestione dei fondi per una scuola paritaria senza «oneri per lo Stato».

Intanto nel convegno «Il figlio come Dono di Dio», promosso dall'associazione Medici Cattolici Italiani, si pronunciava un «secco no alla fecondazione eterologa» da parte del presidente dell'associazione Giovanni Meola, che ha presentato la Carta sulla procreazione assistita. «La nostra contrarietà rispetto all'eterologa è legata al fatto che in essa cade l'aspetto coniugale del concepimento. L'apertura è nei confronti delle tecniche di fecondazione che aiutino l'atto degli sposi in difficoltà». Nel terzo raduno, che si è tenuto in Sala Alessi a Palazzo Marino, dal titolo «Leadersfor change», prima Business Convention Glbt Internazionale, organizzata da Edge (Excellence & Diversity by Glbt Executives) e Egma (European Gay and Lesbian ManagersAssociation), l'assessore alle Politiche del lavoro Cristina Tajani ha concluso: «Come amministrazione abbiamo sostenuto la nascita di circa 400 start up, stimolandole a accettare la sfida dell'inclusione legata all'orientamento sessuale e all'identità di genere».

Da anni si definisce la società pluralista, ieri Milano era davvero singolare nella pluralità dei pollini del pensiero.

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