Cronaca locale

L'arte di Chantal Joffe Ritratti di famiglia in un interno londinese

In mostra a Porta Nuova il ciclo di pastelli della pittrice di St. Alban lanciata da Saatchi

Mimmo di Marzio

Il fascino magnetico della pittura, anche quando pare aver perduto lo smalto, si riaccende grazie all'intuito felice degli artisti contemporanei che contano. Da non perdere la mostra personale di Chantal Joffe, americana classe '69 residente a Londra, terra prolifica di personalità che hanno rilanciato il linguaggio pittorico, basti pensare a star come Martin Maloney, Cecily Brown, Grayson Perry, Jenny Seville, David Hockney e altri. L'esposizione in corso negli spazi di Monica de Cardenas, che da anni segue in esclusiva la Joffe, offre una nuova e interessante angolatura di un'artista che - a fronte di una cifra linguistica riconoscibile dal tratto e dalle cromie di matrice neoespressionista - mostra col passar del tempo una maturità che l'hanno vista spaziare lungo una vasta gamma di forme, materiali e supporti: dalle pennellate grasse dell'olio alla fluidità dell'acrilico, dal collage al pigmento puro su tela, dalla tavola al cartoncino. Nelle sue opere, un po' come nel suo sguardo, c'è sempre un che di gioiosamente infantile, e una ricerca figurativa ossessivamente concentrata sulla figura umana. In primo luogo ritratti, oppure scene disadorne estratte da una quotidianità familiare: i suoi soggetti esprimono il pathos fugace di un reportage intimo, sicuramente autobiografico ma sempre specchio di un inconscio collettivo.

La mostra alla galleria De Cardenas aggiunge un ulteriore tassello al percorso di un'artista che non smette di sorprendere per l'inesauribile bagaglio iconografico, oltre che per la verve sperimentarice. Sulle pareti sfila una emozionante serie di pastelli su cartoncino, soltanto alcuni già esposti lo scorso settembre alla fiera Wopart di Lugano. La serie si intitola «Family Pictures» e infatti ritrae un microcosmo composto da sè stessa, il marito Dan e la figlia Esme.

Ancora una volta l'artista mette in luce una padronanza tecnica che è inversamente proporzionale al primitivismo delle forme, ottenendo effetti brillantemente pittorici dall'utilizzo di semplici gessetti che accentuano il segno e fanno vibrare il colore. (Via Viganò 4)

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